Una perdita d’esercizio pari 1,8 milioni di euro, una valore della produzione positivo (10,6 milioni), ma in caduta libera rispetto all’esercizio precedente (17,6 milioni), costi in aumento. Sono alcune dei rilievi della Corte dei Conti sul bilancio d’esercizio della Asl Avezzano, Sulmona, L’Aquila per l’anno 2015.
La suprema magistratura contabile ha messo nel mirino la gestione economica e la situazione patrimoniale dell’azienda sanitaria. Evidenziando, dopo i rilievi mossi in precedenza all’amministrazione, che sussistono “criticità non ritenute non superabili”.
Di cosa si tratta è presto detto: non corretta tenuta del libro cespiti che non consente una di garantire una corretta rappresentazione contabile dei beni, una “parziale attendibilità relativa alla riconciliazione dei debiti e dei crediti” con conseguente carenza di “adeguate certezze probatorie sui valori iscritti nello stato patrimoniale”, un contenzioso per prestazioni erogate dagli operatori privati accreditati per oltre 37,7 milioni di euro. E ancora: la Asl non ha raggiunto l’obiettivo della riduzione del 5 per cento annuo del valore complessivo dei contratti in essere”. A causa di cosa? A causa della difficoltà dell’azienda di reperire “contraenti alternativi” in un mercato “sostanzialmente ristretto a pochi operatori” e a causa “della scarsa iniziativa della regione finalizzata al contenimento della spesa”. A detta dei magistrati contabili il bilancio della Asl nel 2015 registra anche “un aumento delle voci di costo riconducibili all’acquisto di prestazioni da privato”. Rilievi anche sulla mancata tenuta di una contabilità separata dell’attività intramoenia ma anche “aumento delle voci di costo riconducibili all’acquisto di beni sanitari”. In particolare per prodotti farmaceutici e emoderivati (+19,3 per cento), sangue ed emoderivati (+3612 per cento), dispositivi medici (+10,5 per cento). Resta inoltre evidente la criticità relativa alle spese per il personale.