L'Aquila, Biondi: "La Gran Sasso Acqua non rispetta il nuovo codice degli appalti"


Il candidato di centrodestra non le manda a dire al suo rivale per il ballottaggio, Americo Di Benedetto, che è a capo della società chiamata in causa.


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
20/06/2017 alle ore 17:14



“Il rischio è che Gran Sasso Acqua possa chiedere un risarcimento danni al Comune dell’Aquila”

Questa secondo il candidato di centro destra Pierluigi Biondi è un’ipotesi da non sottovalutare. Il riferimento è ai 740 mila euro di riserve, ovvero pagamento di spese impreviste, concesse alle imprese operanti per i sottoservizi secondo Biondi “con una evidente forzatura”.

Il candidato di centrodestra analizza la vicenda in maniera asettica, nonostante a capo della Gran Sasso Acqua ci sia Americo di Benedetto, il suo rivale al ballottaggio per la poltrona da primo cittadino.

Biondi ha mostrato il carteggio, del quale è entrato in possesso con l’accesso agli atti. Una serie di comunicazioni tra Gianni Frattale, rappresentante dell’Ati operante per i sottoservizi, e i dirigenti della Gran Sasso Acqua.

Il carteggio prende il via il 21 febbraio 2017 quando Frattale scrive alla GSA presentando 8 riserve determinate dai ritardi nelle disponibilità delle aree su cui intervenire. Aree che il Comune dell’Aquila ha utilizzato con diverse iniziative a sfondo sociale.

“Inoltre c’è da aggiungere - Biondi riprende dai documenti - la spesa per il personale ed i mezzi fermi per indisponibilità delle aree. Insomma la prima delle 8 riserve secondo Frattale è quantificabile in un milione e 862 mila euro”.

“L’impresa rinuncia poi alle riserve dalla 2 alla 7”. 

Mentre, “e qui viene il bello” afferma Biondi “per la riserva 8 l’impresa segnala che a causa della persistente indisponibilità delle aree la rilevanza economica non è stata ancora quantificata ma si presume che superi il 10% dell’appalto.

Quindi - prosegue Biondi carte alla mano - si quantifica una riserva che in realtà non è quantificata e lo dice più volte il responsabile unico del procedimento (RUP).”

“Lo stesso giorno (2 marzo 2017) in cui il direttore dei lavori dice di rigettare tutte le riserve, il RUP invece ne riconosce l’attendibilità e senza convocare neanche un soggetto terzo si procede a tappe forzate all’accordo transattivo e, lo stesso giorno, viene fatta la proposta, viene comunicata all’Associazione Temporanea delle Imprese (ATI) e viene sottoscritta addirittura la transazione.

Operazione che diventa di 740 mila euro (giorno 26 aprile).

“Quindi con una celerità che è singolare”. Evidenzia il candidato al ballottaggio.

“Io credo che sarebbe stato più giusto accordare all’ATI ulteriore tempo per i lavori perché effettivamente c’è stato il problema delle indisponibilità delle aree però di procedere all’accordo transattivo solamente dopo aver quantificato effettivamente tutte le riserve e soprattutto averne rilevato effettivamente l’ammissibilità.

Inoltre, rispetto ad una prima stesura delle riserve lo stesso RUP rileva che l’ATI ha dichiarato la presenza di mezzi che in realtà non erano in cantiere”.

Il collegamento con la possibilità che la GSA faccia causa al Comune è chiaro perché se il Comune non avesse impedito alle ditte di agire, la GSA non avrebbe dovuto pagare le riserve. - afferma Biondi.

Che conclude: “da aprile 2016, poi, entra in vigore il decreto legislativo 50 del 2016 ovvero il nuovo codice per gli appalti mentre il carteggio di cui siamo in possesso parla del decreto legislativo 163 del 2006”.

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