Autismo e paradossi: mancanza di cure e servizi nonostante la sentenza


La giurisprudenza si esprime sempre più sull'obbligo di legge di assicurare la fornitura delle prestazioni sanitarie per il recupero


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
11/05/2018 alle ore 16:26



In Abruzzo la legge c'è ma le cure non sono garantite: molte sono le associazioni abruzzesi a denunciare una grave riduzione dei servizi destinati a persone affette da autismo nonostante però ci sia una sentenza.

La giurisprudenza, infatti, si esprime sempre più sull’obbligo di legge di assicurare la fornitura delle prestazioni sanitarie per il recupero dei soggetti affetti da autismo e/o da altre criticità psico-fisiche. Tuttavia le Asl spesso si oppongono, perdendo talvolta cause e soldi che magari potevano essere destinati proprio ai servizi socio-sanitari per autistici.

Nel 2017, con due diverse delibere, la giunta regionale abruzzese ha recepito il documento relativo alla disciplina attuativa della legge nazionale 134/2015 "Disposizioni in materia di disturbi dello spettro autistico", che ha stabilito una riorganizzazione territoriale degli interventi per l'autismo con l'attivazione di percorsi specifici, anche residenziali, per chi era rimasto escluso dalle strutture convenzionate. Oggi, nella nostra regione, oltre al Centro Regionale di Riferimento per l’Autismo (C.R.R.A.) che ha sede all'Ospedale San Salvatore dell'Aquila, esistono altri 5 centri che offrono attività riabilitative specifiche. Tra questi, due, la Casa di Michele, con sede presso l'ex ospedale dell'Aquila, e il centro di Pratola Peligna, sono totalmente a gestione pubblica.

Nonostante dunque il quadro normativo definisca l'operatività di un sistema integrato in grado di offrire, almeno sulla carta, interventi assistenziali all'avanguardia, la presa in carico da parte delle strutture competenti di bambini autistici, di fatto, non viene garantita. Liste di attesa lunghissime, criticità presenti nelle Unità di valutazione Multidimensionale (Uvm) che hanno il compito di esaminare le richieste e prescrivere cure all'interno di strutture riabilitative, difformità di trattamenti, sono tra i principali impedimenti all'accesso al trattamento teraupetico. E così, spesso, le famiglie sono costrette ad intraprendere azioni legali, lunghi ricorsi al Tar solo per vedersi riconoscere un diritto all'assistenza che, almeno sulla carta, è espressamente previsto.

Durante una conferenza stampa di ieri, “Autismo Abruzzo onlus”, associazione nata per offrire un sostegno ai familiari di persone autistiche, ha lanciato un’accusa alle Asl: presenti il presidente Dario Verzulli, il socio fondatore Serafino Simoni, il volontario Giovanni Cappelli e l’avvocato di riferimento della stessa associazione, Giovanni Legnini.

Proprio grazie al sostegno legale offerto a titolo gratuito dall'avvocato Giovanni Legnini, sono stati 7 i ricorsi vinti contro la Asl da parte di familiari di bambini con patologie riconducibili a disturbi dello spettro autistico. Per tutti i 7 ricorsi l'azienda sanitaria ha dovuto risarcire circa 33.000 euro. Oltre al danno la beffa, perché ovviamente si tratta di soldi dei contribuenti.

Un paradosso quello di dover ricorrere alle aule di Tribunale per costringere la Asl ad applicare la legge, ribadito dall'avvocato Legnini, che ha sottolineato come dovrebbe essere "l'ente, tramite il suo bilancio, ad adeguarsi alle esigenze del cittadino, e non il contrario”.

 

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