Nulle. Tutte le assunzioni fatte dalla Regione a partire da dicembre 2016, nulli i 36 contatti stipulati con il bando multiplo che si sono affrettati a firmare entro il 30 aprile. O comunque illegittimi. Nulla persino l’assunzione dell’ex vice sindaco di Pescara Enzo Del Vecchio subentrato a Claudio Ruffini. Il decreto 113 parla chiaro, e non c’è interpretazione che tenga. Nulle non solo le assunzioni fatte dopo il 30 aprile ma anche quelle precedenti: è il parere di illustri giuristi e tecnici della Regione.
La decisione della Corte dei Conti del primo giugno ha solo messo un carico da undici su quello che forse, già tanti sospettavano: non si possono fare assunzioni e neppure, ha sottolineato la magistratura contabile, distacchi o comandi se non si approvano i rendiconti. E’ il decreto 113, all’articolo 9, entrato in vigore ad agosto del 2016, che lo sottolinea senza possibilità di smentite:
“In caso di mancato rispetto dei termini previsti per l’approvazione dei bilanci di previsione, dei rendiconti e del bilancio consolidato e del termine di trenta giorni dalla loro approvazione per l’invio dei relativi dati alla banca dati delle amministrazioni pubbliche, non possono procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto, fino a quando non abbiano adempiuto”.
E la Regione Abruzzo, è un dato di fatto, è indietro con l’approvazione di quattro rendiconti. Quindi, qui non si tratta di vietare le nuove assunzioni, di mettere un paletto per il futuro, ma di calare una seria ipoteca su quelle fatte da dicembre 2016 fino ad oggi: illegittimi tutti i contratti sottoscritti dopo quella data.
Il 4 maggio scorso, tra l’altro, la Corte Costituzionale aveva bocciato la finanziaria del 2013, seguita a stretto giro dal Consiglio dei ministri. E’ illegittima, ha stabilito la Consulta con la sentenza numero 89, accogliendo in pieno i rilievi della Corte dei Conti. E stabilendo l’obbligo per la giunta guidata da Luciano D’Alfonso, di “rideterminare il bilancio di esercizio 2013 in modo da accertare il risultato di amministrazione secondo canoni costituzionalmente corretti”. Il rendiconto finanziario della Regione Abruzzo è quindi da buttare nel cestino perchè “gravemente lesivo del principio dell’equilibrio di bilancio”.
Di fatto è stato definito un bilancio bluff: la Regione prevedeva un avanzo per il 2013 pari a 1.184.286.519,66 mentre il risultato di amministrazione accertato dalla Corte dei Conti presentava un saldo negativo di 538.201.471,80.
E dal 2013, a cascata, tutto il resto è da rifare.
A questo punto, non c’è fretta che tenga. Inutile che il presidente della RegioneLuciano D’Alfonso sproni i direttori a mettere i conti a posto, inutile che spinga affinché “siano velocemente definiti i procedimenti per il riaccertamento ordinario e straordinario dei residui secondo principi di completezza informativa, in modo tale da arrivare entro il mese di luglio all’approvazione dei consuntivi arretrati, adeguando gli stessi ai rilievi mossi dalla Corte dei Conti”. No, non potranno partire i “nuovi concorsi in attuazione del piano dei fabbisogni”, come è stato annunciato nella conferenza della scorsa settimana. Lo vieta la legge, che vietava persino le assunzioni fatte fino ad oggi.
ps: insomma, e’ finita a carte quarantotto.