L’assunzione di alcol in gravidanza potrebbe indurre i nascituri a diventare soggetti ansiosi e maggiormente predisposti a diventare alcolisti già in età adolescenziale. È quanto emerge da uno studio preclinico condotto da Claudio D’Addario, docente di Biologia molecolare della Facoltà di Bioscienze dell’Università di Teramo, in collaborazione con il gruppo di ricerca di Ricardo Pautassi dell’Università nazionale di Cordoba (Argentina).
I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati dalla rivista Progress in Neuro-Psychopharmacologyand Biological Psychiatry in un articolo dal titolo “Prenatal ethanol induces an anxiety phenotype and alters expression of dynorphin & nociceptin/orphanin FQ genes” nel quale D’Addario analizza il rapporto fra l’assunzione di alcol in gravidanza e i rischi sui nascituri.
«Secondo studi recenti ‒ ha spiegato Claudio D’Addario ‒ il 75% delle donne incinte consuma alcol almeno una volta durante la gravidanza. È noto che l’esposizione prenatale all’etanolo è associata a difetti alla nascita e studi epidemiologici hanno dimostrato che anche un’assunzione moderata di alcool in gravidanza può promuovere i disturbi dell’alcol nei figli. Il nostro studio dimostra che l’esposizione prenatale all’alcol in animali da esperimento induce nella progenie un fenotipo ansioso che potrebbe indurre i soggetti a essere più predisposti a sviluppare alcolismo già in età adolescenziale».
«Poiché le alterazioni fenotipiche sono associate a variazioni precoci della regolazione di alcuni geni ‒ ha concluso D’Addario ‒ i risultati scientifici di questo studio saranno utili anche a diagnosticare precocemente una possibile predisposizione all’alcolismo, e quindi a trovare una cura preventiva con metodi non necessariamente farmacologici».
twitter@ImpaginatoTw