Il progetto di legge per cambiare i criteri per ottenere la cittadinanza italiana ai nati in Italia da genitori stranieri o arrivati in Italia in paese “è assolutamente inutile e non corretta”. Lo dice a Impaginato.it il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano in questa intervista nella quale cerca dispiegare i motivi della sua opposizione all’approvazione del provvedimento all’attenzione, tra le polemiche, del Parlamento.
“Ritengo che la cittadinanza sia la summa di valori, tradizioni, cultura e storia che caratterizzano un popolo, che non possa essere un semplice diritto acquisito senza alcun merito, e che debba invece essere il territorio il requisito da valorizzare”, spiega Di Stefano. Che invita poi a riflettere su quanto accaduto al Senato poche ora fa. Di Stefano si riferisce alla bagarre scoppiata in Senato, che ha causato la contusione al braccio del ministro all'Istruzione Valeria Fedeli e l’espulsione dall’emiciclo del leghista Raffaele Volpi. Tutto generato da quella che l’opposizione ha ritenuto una forzatura che ha portato all’inversione dell’ordine dei lavori e alla decisione, infine, di passare all’esame del ddl sullo Ius Soli.
Il provvedimento in questione, approvato in prima lettura dalla Camera alla fine del 2015 e da allora in attesa di essere esaminato dal Senato, è stato presentato dal Partito Democratico, mentre vi si oppongono in maniera molto decisa Forza Italia e Lega Nord. Il Movimento 5 Stelle, invece, ha deciso di astenersi che al Senato equivale a votare no.
Ne fa una questione di priorità il deputato forzista: “Oggi, in un momento in cui la crisi economica attanaglia sempre di più il nostro paese, e ancora di più la l’Abruzzo dove gli indici di crescita, contrariamente ad altre regioni, continuano ad essere in decremento, il problema più importante per gli italiani può mai essere quello di ampliare il principio della cittadinanza? “E’ evidente che si sta andando in direzione sbagliata”.
Di Stefano illustra poi la sua interpretazione della gestione del provvedimento in aula: “Credo proprio che sia uno strumento voluto da Renzi per creare il ‘casus belli’ e mandare a casa Gentiloni”. Infatti qualora il centrosinistra dovesse andare sotto su una questione identitaria quale quella dello ius soli, correrebbe il rischio di aprire una crisi di maggioranza dagli esiti imprevedibili.
E conclude: “in un momento come questo è una legge che non può essere approvata, perché l’Italia ha bisogno di norme che risolvano problemi e uniscano il paese. È lampante, alla luce di quello che è accaduto in Senato, che lo ius soli è una legge che non risolve alcun problema e che divide il paese”.