Cosa deve accadere perché qualcosa cambi davvero in città? Non solo tecnicamente, ma soprattutto nella testa di amministratori e decisori.
Il problema non è solo il black out delle biglietterie che hanno letteralmente mandato in tilt viaggiatori e cittadini, quanto il fatto di sentirsi isolati e osservati come marziani. Dura la vita per chi decide di prendere un treno a Pescara. La stazione ferroviaria vive anni complicati, anche per una questione di cultura del settore trasportistico che fatica a maturarsi.
L'episodio delle biglietterie della stazione centrale di Pescara fuori uso è l'utimo di una serie. La stazione non ha un'area wifi, fondamentale per i numerosi pendolari che la frequentano per lavoro o per diletto. La rete è fondamentale per chi cerca un bus o un mezzo che non sia un taxi (che inspiegabilmente parte già con una tariffa di 6 euro mentre a Roma 3), per chi potrebbe voler tornare in città e fare del turismo mirato, per chi ha bisogno di cambiare un treno e gli sportelli nicchiano.
Sì, c'è anche questo: gli sportelli nicchiano e chiedere di cambiare un treno a volte si trasforma in un'altra odissea. Cercare una toilette? Quando è aperta è anche a pagamento, con lo sbalordimento di signore e studenti che magari vengono da altre cittadine, piccole, ma dotate di tutti i servizi come appunto una stazione funzionante.
Non ne parliamo se poi si decide di prendere un treno per la Capitale. Occorrono 5 ore e mezza e anche due cambi per percorrere su rotaia 210 chilometri: una coccarda da appuntarsi al petto.
La soluzione? Svegliarsi (tutti) o sarà troppo tardi. Questa volta davvero.
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