Mark Zuckerberg sotto torchio. Il fondatore del social blu "sbarca" davanti al Congresso degli Stati Uniti per parlare del caso Cambridge Analytica, la società accusata di aver impropriamente ottenuto i dati personali di 87 milioni di utenti Facebook.
Questa volta il CEO ha parlato davanti ai deputati della Commissione dell’energia e del commercio della Camera, decisamente più incalzanti rispetto ai colleghi del Senato.
Un secco botta e risposta, un'audizione di quasi cinque ore, durante le quali Zuckerberg ha rivelato che anche i suoi dati sul social network erano fra quelli acquisiti da Cambridge Analytica.
"Facebook è diventato un posto in cui voi seguite tutti. Raccogliete dati su tutti. Non penso che l’americano medio lo capisca davvero. Voi seguite gli utenti anche dopo che sono usciti dalla piattaforma". Così la deputata Democratica della Florida Kathy Castor, alludendo ai meccanismi di geolocalizzazione.
"Lei si è scusato molte volte negli anni. Per me questa è una prova che l’autoregolamentazione non funziona", ha aggiunto il deputato Maryland John Sarbanes.
Critiche alle quali Zuckerberg ha risposto: "Internet sta crescendo per importanza nella vita delle persone in tutto il mondo e penso sia inevitabile che alcune regole diventino necessarie. La mia posizione non è che non ci devono essere regole, ma che bisogna fare attenzione alle regole che si introducono".