Questa volta, il presidente del collegio Maria Michela Di Fine l’ha detto chiaro e tondo: ditemi subito se intendete avvalervi della prescrizione, non ho intenzione di far spendere soldi inutili allo Stato. Ma mentre l’ex commissario della sanità Giovanna Baraldi lo ha dichiarato senza esitazione, non rinuncerò alla prescrizione perché i processi sono un bel punto interrogativo, l’ex presidente della Regione Gianni Chiodi ha preso tempo: lo comunicherò ad agosto. Quando la gente sta al mare e tutto passa sotto silenzio.
Ieri mattina è andata in onda un’altra puntata del processo sui tetti di spesa delle cliniche private relativi al 2010, che vede sul banco degli imputati proprio Chiodi e la Baraldi. Il processo è partito sulla base di un esposto presentato dal re delle cliniche Luigi Pierangeli, il presidente della Synergo ed editore del giornale Il Centro, e vede imputati tra gli altri anche l’ex assessore regionale con delega alla Sanità Lanfranco Venturoni e due tecnici dell’agenzia per i servizi regionali, Francesco Nicotra e Lorenzo Venturini.
Secondo l’accusa Chiodi, all’epoca anche commissario ad acta per la sanità, avrebbe fatto firmare i contratti alle cliniche private minacciando di non pagare i crediti pregressi in caso di rifiuto. E sempre secondo l’accusa, l’ex presidente della Regione avrebbe fatto pressioni sulle cliniche per far firmare quei contratti e avrebbe tenuto un “generale atteggiamento ostruzionistico volto a non fornire i dati per procedere all’attuazione della metodologia utilizzata per realizzare i tetti di spesa”.
“Dalle intercettazioni telefoniche tra Baraldi e l’avvocato Russo Valentini è emersa la volontà di fornire dati parziali e spezzettati per impedire agli esponenti delle cliniche di calcolare correttamente i tetti di spesa – ha dichiarato ieri in aula Mauro Verardi della compagnia dei carabinieri di Montesilvano – in una telefonata Baraldi disse a Chiodi che insieme all’avvocato Russo Valentini aveva elaborato una strategia per indurre le cliniche a firmare. Mi risulta che tale strategia sia poi stata attuata – ha proseguito il testimone – e consisteva nel sospendere l’accreditamento e nel passare il budget pieno alle aziende che firmavano”.
ps: L’udienza è stata rinviata a ottobre, oltre i termini della prescrizione che scatteranno ad agosto. E a quel punto forse si saprà chi bleffa e chi fa sul serio.