"100 giorni? D'Alfonso non può permetterseli". Così Fabrizio Di Stefano, ex deputato di Forza Italia, checon Impaginato ragiona sul futuro del centrodestra abruzzese, sul potenziale delle forze civiche e sulla doppia poltrona del senatore-governatore.
"D'Alfonso non può permettersi questa resistenza ad oltranza, la legge non glielo consente - ha esordito l'ex parlamentare - Vergognoso quanto accaduto nei giorni scorsi, ovvero l'accelerazione dei rendiconti per far partire i processi concorsuali, con un dirigente, Rivera, che sembrerebbe non avere i requisiti per firmare".
E ancora: "L'incompatibilità è sancita dalla legge ma ci sono delle emergenze abruzzesi che meritano un presidente a tempo pieno. La diatriba sulla restituzione delle tasse aquilane, solo per citare un esempio, richiede un presidente di Regione calato in pieno nel ruolo; e ancora, la vicenda della Snam sulmontina, impone un rappresentante che con autorità faccia valere il proprio diniego".
E il centrodestra? In che condizioni arriva alle regionali? "Sicuramente molto più attrezzato del centrosinistra - spiega - e più forte, in virtù anche del recente risultato elettorale. Ma deve trovare una risposta rapida e unitaria al pericolo Cinquestelle. Quello che sta accadendo nel teramano - ammette - mi pare non sia di buon auspicio: procediamo a rilento, ad un mese ormai dalla presentazione delle liste per le comunali di Teramo e di Silvi. Se è vero che i pentastellati hanno avuto tanto successo, dobbiamo riflettere sulle motivazioni, sul perché l'Abruzzo si è collegata al "vento" del sud e non a quello del nord; siamo tornati ad essere la regione più a nord del sud, in termini economici, sociali, e conseguentemente anche di risultato elettorale".
Per cui "dobbiamo partire da questo presupposto: il centrodestra ha ancora consenso in Abruzzo, ma la classe politica deve dimostrare, in tempi rapidi, la maturità per rappresentare questo elettorato. Io sono fiducioso".
E a proposito di grandi manovre in vista delle elezioni regionali, quale valore aggiunto possono offrire le forze civiche?
"Il civismo specialmente in Abruzzo è una tradizione che ha sempre conosciuto stagioni di ricchezza. Nel '93 vinse le comunali di Vasto la lista Rinnovare, allora espressione della destra con sindaco Tagliente; nello stesso anno a Pescara si presentò La Primula con candidato Delio Napoleone. Anche durante la Prima Repubblica ci furono esempi di civismo abruzzese".
"Il civismo - prosegue - nasce per due ragioni: la voglia di partecipazione dei cittadini e la non capacità dei partiti tradizionali di interpretarne le esigenze. In entrambi casi una rinascita dell'espressione civica non può che rappresentare una risorsa".
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