Vitalizi o Fornero? E cioè, cos'è più facile da fare, abolire i vitalizi, abolire la legge Fornero oppure agire a tenaglia su entrambi i fronti? Nella testa di Luigi Di Maio e in quella di Matteo Salvini la questione appare centrale e si pone perciò alla base della difficile costruzione del possibile governo.
Il pentastellato sembra convinto di poter riuscire addirittura con un blitz parlamentare ad eliminare i vitalizi e dare così una risposta immediata al suo elettorato.
Per ottenere il risultato Di Maio ha posizionato le sue pedine al vertice della Camera e a capo dell'ufficio questori: logico che ci provi, non scontato che ci riesca. Il ritorno d'immagine, comunque, è certo.
Questo lo sa, e lo teme, anche Salvini. Che perciò, per parte sua, tenterà l'affondo (nonostante i distinguo di Berlusconi) su quello che è uno dei suoi più forti cavalli di battaglia: l'abolizione della Fornero.
Ecco perciò che è proprio la possibilità di unire le due questioni che ci farà capire se ha un futuro o meno la ricerca di un patto di governo M5S-Lega.
Perché non è che mentre i diritti acquisiti diventano cartastraccia per il comune cittadino -che da un giorno a l'altro è stato scippato della certezza della sua pensione- i vitalizi possano restare principio inviolabile per i soli parlamentari. Inutile aggrapparsi alla Corte Costitizionale. Non è così che può funzionare. Il ragionamento di Salvini è semplice: per provare a salvare almeno in parte il vecchio vitalizio (mutato in trattamento di fine lavoro com'è per tutti gli altri) e non accrescere il distacco con i cittadini, l'unica strada che la politica ha è quella di intervenire sulla legge firmata dalla signora Fornero, ma in realtà imposta dalla Merkel allo sciagurato esecutivo di Mario Monti.
Eliminando tutte quelle odiose e cervellotiche storture e ripristinando condizioni dignitose ed eque per tutti. Costerà troppo? L'Europa non vuole? E chissenefrega!
Di Maio e Salvini l'hanno capito: lo "stop ai privilegi" che ha gonfiato le vele dei grillini e il "prima di tutto gli Italiani" che ha portato i leghisti al successo sono la via maestra, non slogan.
Altrimenti gli italiani il prossimo "vaffa" sanno già a chi regalarlo.
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