Fallimento Trony, che cosa succede da domani in Abruzzo dopo il crac?


Sindacati sul piede di guerra, ma pare che qui il pericolo sia al momento scongiurato


di Lucia Rossini
Categoria: ABRUZZO
26/03/2018 alle ore 09:46

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Dopo il recente fallimento negli Usa del re dei giocattoli Toys, anche l'Italia subisce gli effetti devastanti dello strapotere del commercio online.
Sono stati 43 i negozi di elettrodomestici del noto marchio Trony a non alzare la saracinesca negli ultimi giorni, schiacciati dai prezzi vantaggiosi e competitivi dei colossi web.

Risultato? 500 posti di lavoro a rischio e centinaia di clienti incapaci di reperire la merce ordinata. La crisi  ha colpito la "gamba" DPS Group, uno dei soci di Grossisti Riuniti Elettrodomestici (GRE), che dal 1997 detiene anche la proprietà di Trony.

I rappresentanti sindacali, lamentando tra le altre cose la pessima gestione dei licenziamenti, sono già sul piede di guerra: il governo ha accolto la loro  richiesta di incontro urgente, e martedì prossimo si aprirà  a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, il tavolo per fare il quadro e discutere il futuro occupazionale degli assistiti.  Filcams, il sindacato di categoria della Cgil, auspica un ammortizzatore sociale che possa attutire l'impatto e che consenta ai lavoratori l’opportunità di essere ceduti a terzi.

 

IN ABRUZZO


E l'Abruzzo? Sebbene la complicata vertenza sembri confinata alle sedi di Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto, Basilicata e Puglia, gli occupati del settore non dormono certo sonni tranquilli. L'epilogo disastroso sembrerebbe al momento scongiurato, poiché le filiali Trony della regione fanno capo ad una società terza, la Dml Spa, perfettamente in salute,  "del tutto autonoma ed estranea alle vicende della Dps Group"- come si legge in una nota diramata dai vertici a difesa del marchio.


Appena 20 giorni fa tuttavia, i dipendenti regionali di Mediaworld, altra grande catena di distribuzione, si erano uniti allo sciopero proclamato da Filcams, Fisascat e Uiltucs,  dopo l’annuncio della chiusura di due punti vendita a Milano e Grosseto. Il timore è che anche i sette store abruzzesi del famoso brand, situati a Città Sant’Angelo, San Giovanni Teatino, Chieti, L’Aquila, Avezzano, Teramo e Colonnella, possano subire la parabola discendente con un drastico ridimensionamento del personale.
E' davvero la fine per i retailer dell'elettronica?  

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