Ricostruzione all'Aquila, c'è la data: entro il 2023 "sanato" il terremoto


Le parole del titolare dell'Ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila (Usra), Raniero Fabrizi


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
14/03/2018 alle ore 16:51



Segnatevi in rosso questa data: 2023. E'quella la dead line entro la quale verranno completati gli interventi di ricostruzione privata all'Aquila. Lo ha detto Raniero Fabrizi titolare dell'Ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila ad Abruzzoweb, spiegando che sugli 8 miliardi totali ad oggi sono circa 2 quelli delle pratiche che devono essere ancora trattate.

“Sostanzialmente la percentuale di esecuzione dei cantieri è intorno al 60-65 per cento, quindi l'obiettivo che da tempo perseguiamo è quello del 2023 per il completamento della ricostruzione privata, quindi a 14-15 anni dal terremoto”.

Secondo Fabrizi “quello che si sta facendo all'Aquila ha un livello di sicurezza molto alto, sappiamo tutti che quello che viene richiesto per gli edifici non vincolati è il raggiungimento del livello minimo del 60 per cento di sicurezza sismica, a parte l'adeguamento sismico per la ricostruzione”. E osserva che “di fatto, dai dati in nostro possesso anche per gli edifici vincolati, che non hanno questo limite, la media è superiore al 60 per cento per il miglioramento sismico".

Giovanni Lucarelli, coordinatore della Commissione, aggiunge che i tre profili istituzionali “lavorano in una stretta sinergia anche con i tecnici esterni che sono anche i responsabili delle progettazioni e sostanzialmente è un presidio posto al controllo e alla sorveglianza della qualità architettonica ed estetica della ricostruzione".

Siccome sono centinaia e centinaia le pratiche che devono essere trattate e altrettanti i cantieri, e siccome sono tanti i soggetti che seguono le singole pratiche, “è chiaro che - precisa Fabrizi - ci sono degli aspetti che vanno continuamente presi in considerazione”. Il riferimento non è solo all'Ufficio speciale, al Comune o al Genio Civile, ma anche ad soggetti che svlgono materialmente gli interventi. Ma come ovviare alla delicatezza del sistema, che produce ritardi e problemi logistici?

"Fino ad oggi dei risultati si sono ottenuti - evidenzia Fabrizi - ma è chiaro che per ultimare la ricostruzione del centro storico, che è quella che serve per far ripartire anche l'economia, bisogna spingere per raggiungere il risultato nel giro di pochi anni".

 

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