Ecco, come fanno sbagliano, e come sbagliano frana un altro pezzo dell’impero dalfonsiano. Così ieri, nel giorno in cui la giunta Alessandrini ha deciso il colpo di reni, vogliosa di recuperare simpatia e consenso tra i commercianti riaprendo al traffico corso Vittorio a doppio senso di marcia, in quello stesso giorno incassa le dimissioni dell’assessore alla Mobilità e all’Urbanistica Stefano Civitarese.
Questa volta a quanto pare irrevocabili, visto che ad agosto già ci aveva provato e poi si era risolto tutto a tarallucci e vino.
Non ci sta l’assessore ad ingoiare questo provvedimento che lui ha sempre osteggiato, e così ieri sera dopo una lunga riflessione e dopo aver spento tutti i telefoni, ha staccato la spina. Arrivederci e manco grazie.
Il sindaco di Pescara col vice sindaco e il fedele (a D’Alfonso) Guido Dezio si sono precipitati dal governatore, per chiedere lumi su come risolvere la crisi. Mica una crisi da poco: dopo il voto di domenica è cominciato l’accerchiamento da parte delle opposizioni di centrodestra e di Cinquestelle, ansiose di mettere alla porta una giunta che sta già mostrando il fiato corto e alla quale hanno chiesto di limitarsi all’ordinarissima amministrazione. E’ chiaro che Alessandrini e i suoi hanno tenuto botta ma pensando di riconquistare consensi, con la chiusura di corso Vittorio hanno ottenuto invece un effetto boomerang.
Come uscire dalla crisi al momento non si sa ancora: qualcuno ieri in Comune ipotizzava un ritorno di Giuliano Diodati (fatto fuori a fine estate per far entrare Gianni Teodoro: fino all’ultimo il cognato della ex parlamentare Vittoria D’Incecco era stato in ballottaggio per l’uscita proprio con Civitarese), tanto che molti favoleggiavano di un riavvicinamento tra lui e Dalfy, visto che durante la campagna elettorale è stato visto a una cena organizzata per il governatore, cosa impensabile fino a qualche mese fa.
E’ certo che per i primissimi tempi, Alessandrini gestirà lui le deleghe di Civitarese, in attesa di capire chi sarà il nuovo assessore.
ps1: insomma, un’altra mossa falsa, che ora il sindaco rischia di pagare a caro prezzo: per riconquistare i commercianti, perde un assessore. E forse un altro pezzo di faccia.
ps2: Qui sotto la lettera di addio di Civitarese:
‘Senza conservatori e senza rivoluzionari, l’Italia è diventata la patria naturale del costume demagogico’ (Pietro Gobetti). Mentre la mia esperienza al servizio della comunità locale volge al termine, in questo momento molto difficile per la sinistra in Italia, vorrei svolgere alcune riflessioni a partire da un paio di fatti recenti che mi riguardano personalmente.
Il più diffuso quotidiano locale domenica “rivela” di un mio “piano” per rendere Viale Marconi a senso unico. Un assessore comunale del partito democratico commenta che sono “pensieri del sabato sera”, il presidente del consiglio comunale, sempre PD, su Facebook, rincara la dose: “idea bizzarra e isolata”. Un altro consigliere comunale, questa volta non PD ma all’incirca nel perimetro della maggioranza, si dichiara pronto a porsi alla guida dei vessati commercianti e residenti, incitando addirittura alle barricate. Infatti, allo scempio di Viale Marconi amputata delle automobili che festosamente recherebbero su e giù orde di consumatori ad affollare i negozi, si aggiunge una pista ciclabile che sottrae posti auto in via Conte di Ruvo, la bella arteria che tutti ci invidiano per la geniale abitudine del parcheggio abusivo in ‘tripla fila’.
Piccolo particolare, nulla di quanto sopra è vero.
Il ruolo dell’informazione, quello delle classi dirigenti, la possibilità del dibattito pubblico, tutto questo è in gioco e si tratta di cose cruciali.
I fatti, dunque. La pista ciclabile di via Conte di Ruvo è semplicemente una ‘fake news’. Vi è un progetto, ripetutamente illustrato, che prevede una corsia per le bici direzione monti-mare insieme a quella del bus. Non solo quindi nemmeno un posto auto in meno, ma su quel lato i ciclisti non sono proprio contemplati. Se proprio vogliono andarci si trovino a loro rischio e pericolo qualche spazietto tra le onnipresenti file di automobili!
Viale Marconi. Si dice che Pescara deve fare un salto di qualità, agganciarsi alle città che tentano di uscire dalla crisi puntando sulla qualità dei servizi. Sogniamo la metropoli del Medio Adriatico. Chi non ha sentito parlare di smart city, di ‘città intelligente’? Tra l’altro tra le deleghe che il sindaco mi ha conferito c’è pure quella alla ‘smart city’. Ebbene, nessuna città può dirsi oggi moderna e competitiva se non si doti di un sistema di trasporto pubblico comodo ed efficiente. È attorno a questo che tutte le città più importanti e attrattive riorganizzano i servizi e lo sviluppo economico e urbanistico. In atti ripetutamente votati da consiglio e giunta – ma che il presidente del consiglio tra le tante cose che ha da fare deve avere dimenticato – si dice che la spina dorsale del nuovo tracciato del trasporto di massa ecologico, che con passaggi ogni 5 minuti nelle ore di punta congiungerà Montesilvano con San Silvestro spiaggia, garantirà il progressivo abbandono del mezzo privato e il recupero delle parti nevralgiche della città verso modalità di utilizzo sostenibili. Questo progetto, per quanto a qualcuno possa apparire bizzarro, ha ottenuto un finanziamento europeo.
Appoggiandosi su programmi e atti da anni in circolazione (per quanto ottusamente osteggiati da varie parti) si è decisa la cosa più semplice per favorire il trasporto pubblico, che questo attraversi longitudinalmente tutta la città. Portare migliaia di persone su questa nervatura di collegamento metropolitano con fermate intelligenti significa farne un asse privilegiato di sviluppo. Tanto per fare un esempio, In tutte le città dove questo avviene, gli appartamenti e i locali commerciali adiacenti al percorso e alle fermate valgono il doppio, così come i locali commerciali nelle aree pedonali. Hanno riflettuto su queste cose i novelli comunardi (mi riferisco ai barricaderi)? Si può ridurre tutto questo al senso unico su via Marconi? Che peraltro non è stato previsto? Quella è, infatti, l’ipotesi di medio-lungo periodo, contemplata nel piano strategico, mentre allo studio al momento è un primo avvio del percorso – proveniente da Montesilvano – che riservi una sola corsia al mezzo ecologico e quindi lasci invariato il doppio senso su Viale Marconi. Ruolo dell’informazione: come può una democrazia funzionare decentemente se non solo i mass media non svolgono alcun ruolo di mediazione e orientamento del dibattito pubblico, ma addirittura favoriscono, volutamente o meno, la confusione?
E infine una domanda alla cosiddetta classe dirigente: ma a quello che abbiamo scritto nei programmi votati dai cittadini e poi nel piano strategico ci crediamo? O è solo roba da sciorinare quando si organizzano i convegni sulle ‘città nuove e sconfinate’ ove non costa nulla affermare che faremo come Rotterdam un giorno e come Barcellona l’altro? Ebbene, il problema della riapertura totale al traffico privato di C.so Vittorio Emanuele è tutta qui. Vogliamo o meno favorire, con misure graduali ma concrete, il trasporto collettivo? Il piccolo tratto di corso Vittorio Nord-Sud oggi dedicato agli autobus è uno dei pochi ove esista una corsia riservata ai mezzi pubblici. Grazie alla posizione strategica di questo tratto di corsia protetta il servizio – la cui performance è comunque tra le peggiori in Italia – ne beneficia anche nel resto della città. Proprio il potenziamento di questa arteria e la sua estensione, che condurrebbe in modo sostenibile migliaia di persone nel bel mezzo della città, è quello che si dovrebbe fare e che nei nostri atti abbiamo detto di voler fare.
Di tutto questo non si riesce neanche a parlare, prevalendo un’ossessione, ormai anacronistica e insensata, per l’automobile privata, mentre allo stesso tempo si vogliono i luoghi pieni di persone, l’aria pulita e magari… la birra nelle fontane.
La sinistra è a un bivio … Ah no. Dimenticavo che siamo nella terza repubblica, con annesso ennesimo annuncio della morte della dialettica destra-sinistra. Se suona meglio parliamo di giustizia sociale, qualità della vita, inclusione, etc. Il punto è il fatidico ‘che fare’ per chi persegua questi obiettivi. Ci si può dare all’inseguimento di qualunque pulsione anche minoritaria purché rumorosa in una comunità sempre più disorientata, ove il dibattito (si fa per dire) è riservato ai post su FB, alimentati dagli stessi rappresentanti delle istituzioni, che poi in una sorta di dialogo tra specchi deformanti si ripercuote sui giornali e altrove. Oppure, con pazienza, senso di responsabilità, sguardo al futuro e al progresso dell’intera comunità provare a esercitare con coerenza e determinazione, ma soprattutto con serietà e lealtà, il ruolo di governo che ci viene affidato.
I fatti hanno provato che il sottoscritto non si è rivelato all’altezza di questo compito e in questi casi occorre farsi da parte e lasciare che altri se ne assumono l’onore e l’onere.
Buona fortuna a Marco Alessandrini e alla nostra città"
Stefano Civitarese, 7 marzo 2018″