Di Francesco Maria Provenzano*
A quarantotto ore dal voto da questa campagna elettorale è emerso che la maggioranza dei candidati ha fatto promesse demagogiche e irrealizzabili. Consentitemi una breve riflessione su ciò che ha detto ieri sera in una trasmissione televisiva il senatore a vita prof. Mario Monti che ammiro e stimo per la sua preparazione e per la sua signorilità, aggiungo che è un’eccellenza per il nostro Paese.
Di fronte alla pochezza di contenuti politici-programmatici della maggioranza dei candidati e dei loro partiti la ricetta neo liberista del prof. Monti, in cui la crescita è sinonimo di competitività e produttività con la prospettiva di un’economia sociale di mercato, che valorizza il merito, i talenti, e dando il diritto all’istruzione, alla sicurezza, alla salute e alla qualità dell’ambiente e della vita, è da prendere come esempio.
Certo tutti lo lapidarono per quello che fece durante il suo governo, ma purtroppo l’italiano ha la memoria corta e dimentica che ci ha salvato “dal Default”. Una campagna elettorale asfittica, senza cultura, senza idee e senza una dialettica democratica, ma dominata come ha detto il sen. Monti da “promesse irrealizzabili e scriteriate”.
Chiudo nell’affermare che invece di raccontare balle e promesse irrealizzabili non ho sentito nessun candidato di nessun partito che abbia presentato un progetto sull’occupazione giovanile che è drammatica, tanto che nel 2017 sono emigrati all’estero oltre 100.000 giovani con molte eccellenze.
Nel concludere queste mie riflessioni, mi auguro che l’invito fatto dal Presidente della Repubblica di andare a votare non cada nel vuoto.
*Giornalista parlamentare, autore tra gli altri de “Game Over. Il default della politica” e “FRANCESCO. Il papa della povertà e del cambiamento”
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