E' Francesca Marzoli, candidata alla Camera nel collegio Pescara-Chieti con il programma del Popolo della Famiglia, a spiegare i retroscena del nuovo movimento fondato dal giornalista e scrittore Mario Adinolfi.
"Il Popolo della Famiglia, che alle politiche del 4 marzo correrà autonomo rispetto alle altre coalizioni, è figlio delle piazze dei Family Day - racconta la Marzoli ad ImpaginatoQuotidiano - e intende investire su quei valori essenziali, fondamento della società: sulla famiglia appunto, ma anche sui giovani e sul lavoro. In una parola sul futuro".
"La nostra proposta parte dall'insegnamento di San Giovanni Paolo II- prosegue - ma è aperto anche ai non credenti e in generale a tutte quelle confessioni religiose che condividono con noi le stesse soluzioni programmatiche".
La candidata abruzzese rimarca dunque la parola chiave del soggetto politico - famiglia- illustrandone dettagliatamente radici e progetti concreti: "Noi proponiamo l'istituzione del reddito di maternità, quindi 1000 euro al mese di indennità per le donne italiane che decideranno di dedicarsi in esclusiva alla cura dei figli; situazioni di assistenza e di sostegno per le lavoratrici; aumento degli assegni familiari e, più in generale, una riforma fiscale del quoziente familiare, fino ad oggi mai concretizzata da nessun governo. E ancora, il Popolo della Famiglia intende favorire l'incremento dei fondi per i disabili e la libertà scolastica, perché sono i genitori a dover scegliere in quale scuola educare i propri figli".
"Ma soprattutto - continua - vogliamo frenare il diffondersi dell'ideologia del gender". "No gender nelle scuole" si legge infatti sul simbolo del partito. La formazione si schiera poi contro l'aborto, l'eutanasia, le unioni civili e le leggi sul divorzio breve, che minano alla solidità della famiglia, certo, ma anche all'integrità della vita stessa".
"Non siamo né di destra né di sinistra - precisa - ad oggi la nostra battaglia è tra il Vero e il Falso, tra il Bene e il Male, tra la cultura della Vita e quella della Morte. Sicuramente se dovessimo superare lo sbarramento del 3% e rientrare in Parlamento, non potremmo mai creare un'alleanza con il centro sinistra, mai appoggiare un eventuale governo che ha all'interno della sua coalizione una figura come la Bonino".
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