Un destino segnato quello della Honeywell di Atessa? Sulla multinazionale statunitense specializzata nella produzione di turbo diesel, fiore all'occhiello della Val di Sangro, cala un sipario pesante, che va a vanificare i mille tavoli dei mesi scorsi tra vertici, politici e sindacati per scongiurare la delocalizzazione in Slovacchia.
"Riteniamo drammatico che un Governo importante come quello italiano non abbia i mezzi per impedire ad una multinazionale, che ha precedentemente attinto a piene mani dai fondi pubblici, di andare via". Parole dure quelle delle rsu Fiom, Fim e Ulim, che hanno discusso i dettagli della vertenza e dell'accordo sottoscritto 10 giorni fa al Ministero dello Sviluppo Economico.
L'intesa, firmata dalle parti il 16 febbraio, prevede la cassa integrazione straordinaria fino a primavera 2019, e un piano di incentivazione per gli ex lavoratori, che potranno beneficiare di 50 mila euro in caso di uscita immediata e volontaria, e di 1000 euro per ogni anno di anzianità. L'impegno assunto al Mise contempla altresì un programma di reindustrializzazione, volto a concedere gratuitamente il sito atessano a qualunque azienda voglia utilizzarlo per nuovi progetti nei quali impiegare almeno il 30% degli attuali occupati.
Risultati importanti, che fino a poco tempo fa si potevano pensare impossibili, ma che lasciano ancora prudentemente cauti e poco soddisfatti i sindacati. Mesi di scioperi infatti, non sono serviti ad evitare il trasferimento dello stabile nella fabbrica "clone" dell'Est, né a rendere certo il futuro dei quasi 500 dipendenti abruzzesi: qualora le scadenze non venissero rispettate, e in mancanza di investitori o di un valido programma di riconversione, il loro rapporto di lavoro sarebbe da considerarsi in ogni caso definitivamente cessato.
"Dobbiamo voltare pagina e ragionare in maniera differente facendo i conti con una bruciante sconfitta frutto di una splendida lotta necessaria, ma che non è stata in grado di fermare questo processo di delocalizzazione" commentano i rappresentanti sindacali, senza nascondere l'amarezza.
"Chiediamo a tutti di unire le forze per sostenere con il massimo impegno il percorso della reindustrializzazione".
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