Il perdono disintossica ed è capace di modificare la struttura della materia. E' l'abilità di liberarsi dalla sofferenza, di guarire le ferite della propria anima e realizzarsi. Il perdono insomma è una strategia di vita, un modo di essere.
Per comprenderne i codici e raggiungere quella che è una vera e propria "scienza della felicità", il Soroptimist International Club di Chieti ha organizzato, in collaborazione con Forgiveness Embassy, un incontro aperto alla cittadinanza sul tema.
Obiettivo del seminario, quello di radicare capillarmente sul territorio i valori del "Per-dono" e di portarli alla fruibilità di chiunque, secondo la nuova concezione elaborata dal docente e formatore internazionale Daniel Lumera, promotore tra le tante cose di un tour di successo che il capoluogo teatino ha avuto il piacere di ospitare per una sera.
Presidente della International School of Forgiveness, il maestro sensibilizza da anni sul valore del perdono dal punto di vista laico e universale, coinvolgendo studenti e insegnanti ed introducendo il progetto anche nelle carceri al fine di incoraggiare un'idea re-inclusiva e riparatrice della giustizia.
In una gremita Sala consiliare della Provincia, il guru ha rivelato i segreti del suo metodo, dal nome significativo di "My Life Design", un percorso di sviluppo applicabile nelle relazioni, nel mondo del lavoro e nell’economia, ma anche nel quadro personale della salute e del benessere.
In sostanza Lumera riflette, e fa riflettere, sull'approccio tipicamente "patriarcale" che usiamo per realizzarci: un criterio incentrato sul potere, sull'intenzione, sull'inappuntabilità a tutti i costi. La dimensione del Per-dono, al contrario, è "femminile", basata sull'accoglienza e la compassione, ma capace allo stesso tempo di andare oltre il tradizionale binomio e di avvicinarci ad una visione unitaria della realizzazione.
Il perdono, da sempre oggetto di discussione per religiosi e mistici, non è un atto di debolezza come siamo talvolta portati a credere: chi perdona impara ad amare, ad entrare in relazione profonda con se stesso e a trasformare i problemi in risorse.
Non è un percorso facile, ammette il ricercatore sardo, ma merita comunque di essere approfondito. Il perdono, fa notare, crea effetti benefici su vari livelli: influisce positivamente sul fisico, sul sistema immunitario e nervoso inanzitutto, ma può anche migliorare la frequenza cardiaca, riequilibrandola. Lo strumento del perdono, infine, ci permette di creare una gamma emozionale molto più elevata e consente di definire attimi e circostanze, trasformando il passato in un presente centrato e libero dal rancore. E' l'arte rivoluzionaria di lasciare andare le emozioni e gli schemi mentali a cui ci aggrappiamo per vivere appieno il "qui ed ora".
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