“Ritengo l’ACA l’unica responsabile di una gravissima ingiustizia perpetrata nei miei confronti, che ha cagionato a me e alla mia famiglia un immenso danno sia materiale che immateriale. Da domani mi muoverò per promuovere un’azione legale nei confronti di ACA a tutela della mia persona e della mia immagine. E sarà mio dovere riconsegnare nella mani del governatore D’Alfonso la delega al Servizio Idrico integrato”.
Si difende così il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Mario Mazzocca, dalle accuse che lo vedono coinvolto nell’inchiesta Soget, relativa a presunti crediti inesigibili del Comune di Pescara (somme dovute per tasse, multe e affitti delle case popolari) e terminata con 4 rinvii a giudizio. L’udienza è fissata per il 24 ottobre prossimo, davanti al tribunale di Pescara, a seguito della decisione del gup Antonella Di Carlo.
Mazzocca deve rispondere di abuso d’ufficio in concorso, insieme al capogruppo regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, al direttore generale della Soget, Gaetano Monaco e al responsabile del settore esecutivo della stessa società, Domenico Ludovico. Secondo l’accusa, Mazzocca avrebbe indebitamente beneficiato della mancata riscossione di un debito di 22.300 euro nei confronti della società acquedottistica, attraverso una condotta illecita “da lui consapevolmente promossa”.
Nel corso della conferenza stampa, convocata per fare luce sulla vicenda e fronteggiare i "colpi mediatici" che sostiene di avere subito in questi giorni, Mazzocca appare particolarmente determinato. La sua voce ferma lascia trapelare rabbia e indignazione. Scandisce a chiare lettere le parole annunciando alla stampa: “una cosa è certa, da oggi vedrete qualcosa di più del Mario Mazzocca istituzionale, alle conferenze sarò fresatore dell’asfalto”.
Il sottosegretario regionale la definisce una “incredibile situazione, connotata da una serie di coincidenze apparentemente sospette". E spera che tutto si possa chiarire già nel primo grado di giudizio, confidando nell'efficienza del sistema giudiziario.
La vicenda – ricostruisce Mazzocca - nasce da un garage di sua proprietà, sito a Caramanico Terme, inutilizzato da circa 20 anni, dotato di un unico lavandino. Il 28 luglio del 2011, a seguito di una lettura da parte degli incaricati Aca, viene riscontrata la probabile rottura della tubazione idrica di adduzione. Mazzocca dice di avere immediatamente provveduto a chiudere il contatore e ad individuare la causa della perdita alla presenza degli addetti dell’Aca. Sempre secondo Mazzocca, il contatore alcuni mesi dopo è stato definitivamente sigillato da un incaricato Aca.
L’esponente della giunta regionale ripercorre le varie fasi della vicenda e presenta atti e ricevute che attestano il debito vantato dall’Aca, rateizzato dalla Soget in 14 rate per complessivi 22.528 euro. "E' stato interamente saldato entro il 23 maggio 2016 - rimarca Mazzocca - ma avevo chiesto ad Aca di essere ammesso a conciliazione, manifestando la mia disponibilità al pagamento e allo stralcio di ogni debito già il 3 luglio 2014, dunque oltre un anno prima che fosse reso pubblico il mio coinvolgimento nell’indagine”.
Il sottosegretario regionale compie poi un collegamento tra l’inchiesta Soget e un altro procedimento, che lo ha visto indagato in qualità di sindaco di Caramanico, parlando di “strane coincidenze” e di “manine anonime”:
“Quando si dicono le coincidenze ! Il 23 aprile del 2015, a soli 15 minuti dalla notizia del mio coinvolgimento nella vicenda Soget, alcuni organi di stampa pubblicano articoli sul mio ulteriore ‘guaio giudiziario’, relativo all’accusa di concorso in abuso di ufficio, per una vicenda riguardante il piano regolatore del Comune di Caramanico, frutto di una denuncia dell’ex direttore del Parco Nazionale della Majella, che si doleva di come avessi agito per impedire il prolungamento dell’incarico al direttore, che per legge non poteva avere una durata superiore ai 5 anni e che invece durava da 17 anni”.
“In quel 23 aprile- continua-, come fu riferito al mio legale da un giornalista, una fonte anonima passò la notizia di un fatto noto già da due mesi e mezzo. Una solerzia diametralmente opposta a quella riservata alla positiva conclusione della vicenda sul Prg di Caramanico, che risale ad oltre sei mesi fa e non è mai stata resa pubblica. Forse perché quella ‘manina’ anonima non se l’è sentita”.
Mazzocca a tal proposito dichiara di aver già intrapreso “fin dal dicembre scorso, una decisa azione risarcitoria nei confronti del denunciante”.
Infine un’osservazione su come "sussista il diritto-dovere dell'utente di controllare il proprio contatore in ragione di un regolamento interno dell'Aca, ma come ciò non esima Aca dall'omettere controlli per 7 anni e mezzo di fila, così come non la pone al riparo dagli effetti di diversi errori commessi nelle operazioni di evidenziazione del debito".