Per un vino maschile basta tutta la forza femminile


Abbiamo di fronte un Montepulciano d'Abruzzo, della vendemmia 2009. Nella sua limpidezza il colore è rosso granato


di Samuela Palatini
Categoria: Avvinato
26/01/2018 alle ore 16:38



Non credo che sia una frase fatta quella che dice che le donne quando lavorano in ambienti tipicamente maschili diventano più brave, perchè davvero loro si impegnano di più per arrivare e quando lo fanno, lo fanno sempre molto bene.

Così come non credo nel femminismo cieco e sbandierato. Credo nella diversità e nella necessità di parità di opportunità per ciascuno. Per questo, le donne che sfidano le convenzioni, che tentano laddove sono date per svantaggiate, le ammiro.

Mi piace la loro tenacia e mi piacciono perché quando scelgono consapevolmente la strada più difficile, la meno battuta, sanno che nulla sarà risparmiato, mettono in conto il sacrificio, la fatica e una serie di difficoltà in grado di fiaccare chiunque. Ma no, non loro. Quelle donne lì vanno avanti, con un obiettivo chiaro e fisso.

È il caso della produttrice del vino di cui vi parlerò oggi. Quando l'ho incontrata, in occasione dell'acquisto della bottiglia, per un attimo è stata titubante di fronte alle mie domande forse un po' invadenti. La sua azienda agricola lavora in biologico, ha una gamma ampia di prodotti che vanno dalle marmellate, alla pasta, passando naturalmente per l'olio e, su tutte c'è la sua autorevole supervisione.

Mi ha raccontato che è tornata a lavorare direttamente le sue vigne, senza affidarsi ad altri. Si è rimessa gli stivali, è tornata a calpestare quel terreno rossastro e argilloso e, un po' alla volta, ha deciso come potare le sue viti.

Inaspettatamente ha ottenuto un ottimo raccolto, sia per quantità che per qualità e ancora una volta ha avuto la risposta che si aspettava dalla Natura “dal lavoro amorevole ed appassionato, si raccoglie... sempre”.

Scrivendo, mi rendo conto che tutto quello che sto raccontando è parte del vino, lo è anche nel gusto e nei profumi. Abbiamo di fronte un Montepulciano d'Abruzzo, della vendemmia 2009. Nella sua limpidezza il colore è rosso granato, intenso ed è un vino con un peso alcolico considerevole, testimoniato prima nel bicchiere e poi dalla celebre osservazione degli “archetti”.

Un rosso con una vita già così importante, colpisce al naso per la complessità, oltre ai profumi di marmellata di frutti rossi, il legno ha costruito un ventaglio di sentori terziari davvero importanti: liquirizia, pepe nero, tabacco e cuoio.

Sentori pungenti e decisi, molto maschili (se proprio vogliamo dare ai profumi un genere). La forza che passa dall'analisi di questi due aspetti, la si ritrova anche al gusto.

È un vino robusto, con tannini ben levigati e una importante sapidità. L'intensità viene confermata in tutti i suoi aspetti, così come la sua persistenza.

Tecnicamente andrebbe ne andrebbe definita l'eleganza, ma io ritengo che un vino così sia più che altro autorevole, come una grande statua marmorea e imperturbabile. Ovviamente un rosso così importante va affiancato a della carne, il suo ideale accompagnamento sarebbe la selvaggina, con una cottura ricca di spezie e profumi.

Il vino descritto è M.A.N. Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DOCG Di Casalìa dell'Azienda Agricola Edda Marozzi a Martinsicuro (TE).

Produrre vino quasi in pianura, a ridosso del mare, è una decisione certamente complessa, una di quelle strade meno battute, di cui accennavo all'inizio.

Quando parla del suo vino Edda, lo fa con la fierezza di chi quel traguardo se lo è guadagnato tutto. Mi dice: “ Se mi chiedono esattamente quali siano tutti i sentori nel mio vino, non so descriverli. So dire però che per me sa di fatica, di sudore, di terra e di sacrifici. Perchè è questa la mia scelta...”

 

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