Soros ce l'ha con tutti: l'87enne uomo d'affari ungherese non sembra avere peli sulla lingua. A Davos ha parlato a briglie sciolte, concedendosi provocazioni nei confronti di Trump, Putin, Bitcoin e social network.
Durante il suo intervento in Svizzera, il finanziere ha rimarcato il disappunto riguardo le criptovalute, definendole "una tipica bolla basata sulla mancata comprensione". Solo speculazione dunque, strumento di riciclaggio e dittature.
Nel mirino finisce anche Putin che "dirige uno stato mafioso" e ovviamente l'amministrazione di The Donald, che lo scatenato Soros considera un vero e proprio "pericolo per il mondo", pur profetizzandone la fine prossima: "Trump è un fenomeno passeggero che sparirà nel 2020 o anche prima" – ha chiosato dal palco del World Economic Forum 2018.
Quindi l'ira del finanziere si abbatte sui giganti della rete: i "nefasti" Google e Facebook in primis, che stanno inducendo le persone alla dipendenza contro ogni autonomia di pensiero. L'opinione dell'imprenditore è che "sfruttano l’ambiente sociale, influenzano il modo di pensare della gente e si comportano come se non ne fossero consapevoli".