Sarà il giornalista Primo Di Nicola, direttore del quotidiano abruzzese Il Centro fino a novembre scorso, il candidato dei Cinquestelle al collegio uninominale di Chieti-Pescara. La notizia, data come indiscrezione ieri sera dal tg di La7, è stata poi confermata dal parlamentare Gianluca Castaldi sul suo profilo Facebook. Di Nicola, ex firma dell’Espresso e del Fatto quotidiano, dovrà vedersela da una parte con Alessandra Petri, la candidata del centrodestra che ha sbaragliato a quanto pare le candidature dei due competitor di Forza Italia Lorenzo Sospiri e Carlo Masci e dall’altra con un’altra donna del Pd, probabilmente Vittoria D’Incecco.
Fino all’ultimo minuto. E’ stata una serata decisiva quella di ieri per il Partito democratico anche se fino a notte fonda sono andate avanti le trattative e il mercato dei seggi. Soprattutto per quello di Pescara, destinato dal presidente Luciano D’Alfonso al fedele Camillo D’Alessandro ma rimasto in bilico fino alla fine perché si temeva un contropiede di Michele Emiliano. E polemiche a non finire per Liberi e Uguali che ha costretto il Tavolo nazionale a restare aperto per aspettare le liste dell’Abruzzo e della Calabria, perchè Gianni Melilla non ha ancora sciolto la riserva.
Insomma, tutti col fiato sospeso.
Il parlamentare Pd Toni Castricone in teoria aveva deciso di optare per il seggio uninominale di Pescara, una candidatura di servizio che gli era stata offerta da Dalfy e che lui avrebbe accettato per non rompere col partito. Avrebbe dovuto decidere mercoledì scorso, poi ha scelto di soprassedere (ma i suoi fedelissimi alla fine avevano spinto per il collegio di casa sua, quello di Sulmona, perché comunque più abbordabile, mentre quello di Pescara secondo i sondaggi è appannaggio dei cinquestelle) perché c’era la possibilità che Michele Emiliano battesse i pugni sul tavolo e tra i 15 seggi a livello nazionale che gli sono stati riservati potesse chiedere proprio il proporzionale di Pescara per Castricone, seggio blindato destinato al buon Camillo: in questo caso al parlamentare di Popoli sarebbe andato non il posto di capolista ma il secondo posto e in quel caso come capolista sarebbe stata piazzata una donna paracadutata da Roma.
Ma alla fine non è successo nulla di tutto questo, anzi a quanto pare Emiliano si è speso di più per garantire una candidatura a un’altra sua amica e fedelissima abruzzese, quella Cristiana Canosa che fino a metà dicembre scorso ha lavorato nello staff di Dalfy, ex segretaria di D’Alessandro e addetta stampa dell’ex presidente della Provincia di Chieti Tommaso Coletti e del sindaco di Francavilla Antonio Luciani: per lei forse è in ballo il secondo posto nel Proporzionale del Senato, subito dopo D’Alfonso.
La delegazione abruzzese presente ieri in gran forze a Roma, col segretario Marco Rapino, il governatore Luciano D’Alfonso e lo stesso D’Alessandro, ha portato al tavolo nazionale una rosa di nomi che alla fine, a notte inoltrata, verrà ratificata dalla direzione quasi su tutta la linea: Dalfy capolista al proporzionale del Senato, al secondo posto una donna (o la Canosa o una paracadutata da Roma) al terzo posto Gianluca Fusilli, il parlamentare pescarese uscente. D’Alessandro capolista al proporzionale della Camera Chieti-Pescara, Castricone a questo punto correrà al collegio uninominale Camera di Popoli-Sulmona, la Pezzopane al proporzionale Camera Teramo-L’Aquila.
Tommaso Ginoble, il parlamentare uscente di Teramo, ha rinunciato: non ha ottenuto il posto da capolista e ha deciso di passare la mano, e questo per il Pd è un brutto segno. Al collegio uninominale di Pescara della Camera correrà invece una donna, quasi sicuramente la parlamentare uscente Vittoria D’Incecco: gli altri nomi esaminati non sono stati presi in considerazione. Confermata Federica Chiavaroli al collegio uninominale del Senato con la lista Lorenzin.
Leu invece ha dovuto inghiottire la pillola: la delegazione che è andata mercoledì a Roma è tornata con le pive nel sacco, nessuna deroga, ormai le candidature sono un castello di carte e se se ne sposta una crolla tutto. Quindi Liberi e Uguali in Abruzzo dovrà digerire le candidature dei paracadutati Celeste Costantino al proporzionale di Pescara della Camera e Danilo Leva al proporzionale di Teramo-L’Aquila. Resta il Senato, l’unico imbuto per piazzare candidati del territorio, ma è un seggio perso, che Leu non ha alcuna speranza di conquistare. L’hanno offerto a Melilla, che si è preso un giorno per decidere, ma sembra già orientato a rifiutare questa candidatura di bandiera. Ha destato scalpore nei vertici romani di Leu la dichiarazione rilasciata dal parlamentare di Sinistra italiana all’Huffington post:
“Più che una lista elettorale quella presentata è una agenzia interinale per il collocamento di alcuni cerchi magici. Così si rompe tutto”.
Un giudizio durissimo quello di Melilla che non è passato inosservato a Roma. L’articolo del giornale di Lucia Annunziata prosegue con un’altra dichiarazione, attribuita a un anonimo dirigente abruzzese, che molti credono possa trattarsi sempre di Melilla:
“Questi non hanno capito che non c’è più slancio, anzi c’è un tale disgusto che i compagni dicono: se la facciano loro la campagna elettorale”.
Insomma, rabbia e polemiche a mille. Se Melilla come è ormai quasi scontato dovesse rinunciare alla candidatura (tra l’altro si troverebbe a fare la campagna elettorale contro D’Alfonso, col quale va d’amore e d’accordo), sarà candidato capolista il coordinatore regionale di Leu Fabio Ranieri.
Ma la giornata di ieri è stata contrassegnata da un episodio emblematico e misterioso: dalle prime ore del mattino è andata in giro sui social una dichiarazione choc di Simone Coccia Colaiuta, abbastanza in linea col personaggio, in cui il fidanzato della senatrice Stefania Pezzopane minacciava fuoco e fiamme nei confronti di Luca Lotti se la Stef non fosse stata ricandidata.
In tarda serata è uscito un comunicato del segretario regionale Marco Rapino per smentire che Simone abbia mai scritto quel post, che alla fine è stato classificato come una fake-news, mentre la stessa Pezzopane ha annunciato su Facebook di aver presentato denuncia in questura.
“Voglio esprimere tutta la mia solidarietà alla senatrice Stefania Pezzopane per la campagna di diffamazione di cui, ancora una volta, è vittima – ha detto Rapino – Stamattina qualche “personaggio”, uno di quelli che si nasconde dietro una tastiera, che evidentemente aveva come unico obiettivo screditare il Partito Democratico e danneggiare Stefania, ha scritto un post contro Luca Lotti, fingendo di essere Simone Coccia Colaiuta – spiega Rapino -. Un post ricco di insulti e volgarità. Lo diciamo forte e chiaro: la dichiarazione è totalmente falsa”.
ps: insomma, un mare di beghe e di polemiche. E non ancora finita.