domenica 06 luglio 2025
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Condanna a trent’anni di reclusione per Davide Troilo. Questa è stata la sentenza emessa dal Gup Nicola Colantonio, che ha accolto la richiesta del PM Anna Rita Mantini.
Processo con rito abbreviato per Troilo, accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi: ricordiamo che il 34enne, il 2 dicembre 2016, ha ucciso con 17 coltellate l’ex fidanzata Jennifer Sterlecchini.
Troilo è stato condannato anche al pagamento di 200.000 € in favore di Jonathan Sterlecchini, fratello della vittima, che si è costituito parte civile.
Il PM Mantini ricostruendo l’accaduto ha parlato di "odiosità della condotta dell'imputato, che ha agito con assoluta lucidità" e di "banalità e sproporzione di qualsiasi eventuale stimolo esterno rispetto al gesto di togliere la vita ad una ragazza di 26 anni con 17 coltellate”.
In aula oltre all’imputato, rimasto a testa bassa per tutta la durata della ricostruzione, erano presenti anche la madre ed il fratello della vittima che sono riusciti a stento a trattenere la commozione.
Il professor Di Giannantonio, consulente nominato dal giudice, prendendo la parola prima del PM ha precisato che, al momento dei fatti, Troilo era capace di intendere e di volere.
Roberto Serino, legale del fratello di Jennifer, nel pomeriggio aveva espresso dure parole contro l’imputato associandosi immediatamente alla richiesta di condanna del PM Mantini:
"Troilo ha mentito fin dall'inizio e invece di soccorrere Jennifer ha inscenato una presunta aggressione, cercando di mitigare la propria posizione processuale".
Ha proseguito mettendo in rilievo "la lucidità e la volontà omicida dell'imputato, testimoniate dal fatto che le coltellate sono state inferte mentre Jennifer stava scappando” e concludendo ha chiesto "una sentenza che non sia né di vendetta né esemplare, ma giusta ed equa, perché l'imputato la sua vera pena la sconterà dentro di lui".
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