Sarebbero centinaia le carceri bloccate in Francia per la campagna di protesta dei secondini, sul piede di guerra per chiedere migliori condizioni salariali e maggiori garanzie di sicurezza.
La mobilitazione prosegue ad oltranza ormai da 10 giorni, con disagi e ripercussioni notevoli. A Fresnes, le guardie hanno minacciato di non portare a termine il trasferimento del detenuto Jawad Bendaoud, accusato di aver dato ospitalità al commando jihadista degli attentati del 13 novembre e da oggi a processo in tribunale: la polizia è dovuta intervenire per sfondare il blocco e consentire il normale svolgimento dell'operazione.
"Il governo non è consapevole della portata del movimento", si è giustificato Emmanuel Chambaud, vice segretario generale del sindacato maggioritario Ufap-Unsa, dopo la decisione dei rappresentanti sindacali di lasciare in anticipo la riunione a Parigi di ieri pomeriggio con la ministra della Giustizia Nicole Beloubet.