Nel gregge di Mattia e Simone, in Veneto, arrivano due splendidi pastori abruzzesi per proteggere le pecore dalle incursioni dei lupi. A Bepo e Marzia, così si chiamano i nuovi amici a 4 zampe delle pecore, degli agnelli e delle capre presenti nella campagna di Zero Branco ( Treviso), saranno garantiti dalla Regione Veneto per l’intero anno alimentazione e assistenza sanitaria.
Nell’ambito del progetto europeo “Life WolfAlps” (attraverso il quale la Regione Veneto, insieme ad altri partner, può beneficiare di fondi comunitari e supportare il ritorno naturale del lupo sulle Alpi), sono stati consegnati agli allevatori del Veneto, dalla Lessinia al bellunese, 13 cani da guardiania per difendere gli ovini dalle predazioni dei lupi.
Il grande Veneto, insomma bussa in casa Abruzzo e riconosce la risorsa economica per gli allevatori e la grande utilità che rappresenta il pastore abruzzese, cane da guardia per eccellenza.
Proprio la protezione del bestiame da eventuali attacchi di orsi e lupi è il principale compito del pastore maremmano abruzzese che può contare sul colore del suo manto sia per mimetizzarsi tra le pecore che per distinguersi soprattutto di notte da eventuali predatori. Inoltre, il cane pastore è indicato per vivere all’aperto grazie alla sua stazza e all’innata resistenza a malattie e avversità climatiche.
La consegna agli allevatori veneti è avvenuta dopo un’attenta selezione da parte di veterinari esperti che hanno individuato le aziende più idonee a garantire l'utilità e il benessere e dei cani pastore.
“Il pastore maremmano abruzzese è un cane intelligente ed equilibrato - informano gli esperti-. I cani consegnati oggi in Veneto, selezionati da ottime genealogie di cani da lavoro, sono ben socializzati con le persone affinché, pur mantenendo un alto istinto di protezione verso gli animali del gregge, non manifestino aggressività nei confronti delle persone. È però importante che chi li avvicina adotti comportamenti corretti, come illustrato nei cartelli di segnalazione, in dotazione agli allevatori che li esporranno nei pressi delle aree di presenza delle greggi protette dai cani: è sconsigliato avvicinarsi troppo, i ciclisti devono scendere dalla bici, chi passeggia con il proprio cane lo deve tenere al guinzaglio”.
Tra le clausole del contratto di consegna c'è inoltre l'impegno da parte degli allevatori di mettere a disposizione della Regione uno o più cuccioli (almeno il 50%) che nasceranno dalle coppie fornite dal progetto comunitario, per darli ad altri allevatori delle aree a rischio che ne faranno richiesta.
All’età di due mesi, infatti, i cuccioli possono già essere inseriti nel gregge, indipendentemente dal fatto che questo sia quello in cui 'lavorano' i genitori o un gregge nuovo. Intorno ai sei mesi di età questi cani sono perfettamente in grado di assumere il ruolo di guardiani come gli adulti, risultando completamente integrati nel sistema di gerarchie e compiti alla base del gruppo di cani da guardianìa, in cui si distingue, ad esempio, il soggetto che vigila dall’interno del gregge o quello che fa da sentinella a distanza per prevenire eventuali pericoli.