Pensione e legge Fornero: quanto inciderà il welfare sulle prossime urne?


Le argomentazioni degli abruzzesi Di Stefano (FI), Marcozzi (M5S) e Amato (Pd)


di Federica Rogato
Categoria: ABRUZZO
09/01/2018 alle ore 15:41

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Alea iacta est: al vertice di Arcore si decide la strategia per questo centrodestra che mette sul tavolo l'abolizione della Legge Fornero e quindi la riduzione dell'età per accedere alla pensione, come auspicato dal leader della Lega, Matteo Salvini che a fine incontro esulta con un cinguettio social.

Una mossa che, a detta di alcuni, serve ad attirare maggior voti in vista del 4 marzo: ma in che modo sarebbe garantito l'equilibrio del sistema previdenziale visto che la cancellazione della legge Fornero viene valutata in circa 140 miliardi di euro secondo l'ultimo rapporto della Ragioneria generale dello Stato (ministero dell'Economia)?

 

OGGI CONTRO, IERI A FAVORE

"Quelli che oggi fanno propaganda sull'abolizione della Legge Fornero sono gli stessi che ieri l'hanno votata in Parlamento. C'è altro da dire? Non hanno alcuna credibilità."

Sara Marcozzi, consigliere regionale M5S boccia in toto la Legge Fornero: "Ha messo in ginocchio migliaia di lavoratori e pensionati. In Italia abbiamo lavoratori troppo anziani che non riescono ad andare in pensione e giovani disoccupati che non trovano lavoro, pensionati d'oro a 30mila al mese e pensionati minimi a 450. È il fallimento di tutti coloro che ci hanno governato fino a oggi, dal PD, a FI alla Lega (ex Nord). Una vera e propria emergenza sociale ed economica che può comportare gravi danni anche dal punto di vista psicologico e sociosanitario".

 

GIUSTIZIA SOCIALE 

Ma dove si andrebbero a reperire le risorse cancellando la Legge Fornero? "I tagli con molta probabilità riguarderanno le pensioni da 5000 euro netti in su, nella parte non coperta dai contributi versati. La Corte Costituzionale, come ha ricordato Luigi Di Maio, ha suggerito di tagliare tutte le pensioni per poi redistribuire i risparmi da quelle d'oro a quelle più basse scongiurando, in questo modo, qualunque questione di costituzionalità. Le pensioni d'oro vanno abbassate e le pensioni basse vanno aumentate, va riportata in po' di giustizia sociale nel Paese. Le battaglie che abbiamo portato nelle istituzioni, sia per i vitalizi dei Parlamentari sia per la riforma delle pensioni, sono un caposaldo del M5S”.

 

ABOLIZIONE: NON SIGNIFICA VUOTO LEGISLATIVO

"Che la legge Fornero abbia tanti difetti credo sia stato evidente sin da subito": a parlare è l'onorevole Fabrizio Di Stefano (FI) che ricorda in primo luogo l'impasse dei famosi esodati come emblema di quelle pecche che hanno bisogno di provvedimenti. "Prendere atto che l'innalzamento, per fortuna, dell'età della popolazione italiana ci sia e quindi un consequenziale innalzamento del tetto pensionistico, era ineludibile – specifica - ma è anche chiaro che bisogna capire come farlo e con quali criteri e differenziazioni.

"E' chiaro che l'intesa raggiunta ad Arcore si basa su un accordo di massima: cancellare la legge Fornero equivale anche ripensare a un altro modello normativo che vada a correggere le storture della Legge stessa e che comunque non si può lasciare un vuoto legislativo. Occorrerà nella nuova Legislatura, contestualmente all'abolizione della Fornero, andare a ridefinire un'altra Legge di settore che vada a recuperare tutte le necessità del tessuto socio produttivo nazionale contemperando tutte le opportune esigenze che la Fornero aveva individuato".

 

PRESUPPOSTI VALIDI, ATTUAZIONE FALLIMENTARE

"La Legge Fornero credo che non trovi più difensori da nessuna parte: era partita con presupposti validi per reggere e per consentire alle generazioni future di continuare a godere del beneficio pensionistico, ovvero di elevare necessariamente l'età massima lavorativa di alcune categorie: poi all'atto pratico questo principio si è dimostrato fallimentare con gli esodati e con l'elevazione indiscriminata del tetto della soglia pensionistica non contemperando le specificità del lavoro svolto".

 

ABOLIZIONE = SEMPLIFICAZIONE 

"Necessariamente andrà rivista in maniera strutturale ed è chiaro che in chiave elettoralistica il messaggio comunicativo più rapido si semplifica con la parola abolizione. Abolizione necessaria, ma ripensare una norma specifica, strutturale che recuperi i principi di partenza positivi e declini in maniera più corretta e intelligente. Sicuramente questa è una necessità della prossima legislatura” conclude Di Stefano.

 

NO AGLI SLOGAN PRE ELETTORALI

L'onorevole Maria Amato (Pd), che nei giorni scorsi ha dichiarato di non volersi ricandidare con il Pd (ha manifestato chiaramente il suo dissenso nei confronti di D'Alfonso e dell'assessore Paolucci) rifugge l'idea di poter affrontare l'argomento per slogan: "Le pensioni sono argomento delicato, si parla di una platea disomogenea e in parte fragile, e non è corretto affrontare l'argomento per slogan, senza competenza specifica e non inserendo questo argomento in quello più ampio dei conti dello Stato”.

 

ESODATI E NUOVE SALVAGUARDIE

“La legge Fornero andrebbe smontata – precisa - in un processo riformista sostenibile e credibile chiudendo finalmente il capitolo esodati con le nuove salvaguardie, proseguendo sulla via di opzione donna, ampliando le categorie di lavoro usurante, istituendo un solido fondo di garanzia previdenziale per i giovani e rendendo stabile la misura dell'APE. È la posizione di Cesare Damiano e del gruppo che alla Camera si è occupato di lavoro, posizione che ho condiviso durante la legislatura. La qualità della vita delle persone va migliorata partendo dalle fasce sociali più basse – aggiunge la deputata piddina - riducendo le ingiustizie, da una parte e rendendo accessibili i servizi, con un impatto economicamente ridotto. Viviamo un sistema complesso, una sorta di domino, uno slogan spesso equivale a una mossa brusca, fa crollare tutto".

 

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