Disinvolto, palestrato, con la maglietta della salute rigorosamente bianca e un Luciano ridacchiante accanto. Ha deciso di metterci il bicipite, più che la faccia, l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci nella campagna pro vaccino antinfluenzale.
Dal lato opposto alla siringa un più ingabbiato “prezzemolino Monticelli “intento a sollevare solo la manica della camicia anche se arrotolata fino al collo. A postare sul suo sito/profilo Face la scenetta è stato lo stesso assessore Paolucci con tanto di tag, da vero esperto di comunicazione, e 42 like incassati in poche ore.
Una foto che grida vendetta per il dichiarato super favoritismo spiattellato senza pudore. Paolucci scrive, infatti, di essersi vaccinato in occasione di una visita istituzionale all’Ospedale di Atri. Facciamoci a capire, lui si fa il vaccino tra una conferenza stampa e un caffè e gli abruzzesi si “ sparano”, ogni anno, sei ore di fila dai medici di famiglia intasati, già a fine ottobre, più dei tombini di Porta Nuova a Pescara ?
Per non parlare della finzione scenica, manco a Cinecittà!, dello sguardo altrove accompagnato da una disinvolta chiacchierata con Monticelli ( che se la ride) e la povera dottoressa, lì piegata accanto a loro, intenta a cercare ( quasi chiedendo scusa per il fastidio) il punto esatto del braccio da bucare. Non saranno mica solo per qualcuno le coccole promesse da Dalfy agli abruzzesi?
No, perché a noi il vaccino chiedendoci scusa e permesso non ce lo ha mai fatto nessuno, figuriamoci per caso: a chi non è capitato di ricevere in eredità la richiesta di una Tac o risonanza di familiari passati nel frattempo a miglior vita?!
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