L'Università più costosa in Abruzzo? Quella di Teramo. Ad affermarlo uno studio di Federconsumatori a cui si è unito il coro unanime dell'associazione "Robin Hood" e del suo presidente Pasquale Di Ferdinando, allarmato dalle numerose richieste di intervento da parte degli studenti dell'ateneo teramano, in vista della maxirata in scadenza il prossimo 21 dicembre.
"L'università di Teramo si è adeguata a quelle che sono le direttive della Finanziaria, quindi ad indicazioni di carattere nazionale, governative- osserva Di Ferdinando - Ci sarebbe un discorso da fare per quanto riguarda i meritevoli, perché quelli con Isee basso riescono ad accedere (alle fasce di esenzione), quelli con Isee alto no, se non in misura ridotta, che è pari al 30% della tassazione".
"Ma il punto focale - continua - riguarda un dato emerso da uno studio di Federconsumatori che ha messo in parallelo gli atenei nazionali con quelli abruzzesi: l'UniTe risulta il più caro della nostra regione, e quello con un incremento maggiore dall'anno accademico 2005/2006 all'anno 2015/2016".
Sotto accusa anche la mancata applicazione delle agevolazioni previste per le zone terremotate: "Un'altra riflessione poi va fatta relativamente alla mancata considerazione dell'evento terremoto, così come è accaduto all'università di Perugia. Se si valuta sulla base dell'Isee, abbiamo la fotografia di una realtà che dopo il terremoto (con numerose abitazioni dichiarate inagibili) potrebbe essere mutata. Ci sarebbe da aprire anche un'altra parentesi se vogliamo, relativa alla collocazione degli studenti e alla qualità dei servizi offerti: tutta una serie di parametri - conclude - che andrebbero messi dentro per un'analisi puntuale ed approfondita".
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