Tagli del sessanta per cento ai compensi del Cda, contratti di solidarietà ai dipendenti a partire da settembre. Riduzione di affitti, consulenze, benefit: è pronta a chiudere i battenti la Finanziaria regionale abruzzese e la resa dei conti ci sarà il prossimo 14 giugno, data fissata per l’assemblea dei soci. In quella occasione probabilmente il cda, presieduto da Alessandro Felizzi, commercialista di fiducia del presidente della Regione Abruzzo e consulente di Abruzzo sviluppo, presenterà le dimissioni e con lui tutto il consiglio di amministrazione: così è stato deciso nell’ultimo cda di mercoledì pomeriggio.
Il 14 giugno è il giorno della verità: la Regione dovrà dire se il progetto della trasformazione della Fira in società in house va avanti oppure no. Un progetto al quale Felizzi ha lavorato per più di un anno: la capacità di acquisire commesse ad affidamento diretto e senza appalti avrebbe consentito alla società un salto di qualità, soprattutto dopo lo scandalo della truffa milionaria all’Unione europea nella quale venne coinvolto il presidente dell’epoca Giancarlo Masciarelli. Indagine che portò poi all’inchiesta su Sanitopoli che travolse la giunta regionale capitanata da Ottaviano Del Turco.
Tutto in fumo: anche l’istruttoria per l’iscrizione all’albo degli intermediari finanziari della Banca d’Italia, che avrebbe consentito alla Fira di diventare finanziaria di fatto. “Una svolta epocale”, aveva detto l’assessore alle Attività produttive Giovanni Lolli.
“Se la Regione oggi volesse mettere dei soldi propri – spiegò – dovrebbe fare una gara, invece con Fira in house può dare a lei una linea di credito e fare un bando per l’accesso al credito, che faciliterebbe le aziende che hanno difficoltà in banca”.
Procedura bloccata. Le parole di D’Alfonso non lasciano spazio a speranze:
“Anche voi dovete accettare la sfida per diventare 4.0, con la consapevolezza che non ci sono autosostenitori per la sopravvivenza”, ha detto il 24 maggio scorso a un convegno organizzato proprio dalla finanziaria abruzzese.
Niente soldi, niente sostegno ne’ Regione pronta ad aprire i cordoni della borsa, dice in pratica D’Alfonso. E adesso sembra che tutte le competenze saranno spostate su Abruzzo sviluppo, la società partecipata dalla Regione, alla quale il governatore sta consegnando, pezzo dopo pezzo, tutto ma proprio tutto, dai bandi Ipa all’assistenza tecnica alla progettazione e alla gestione e rendicontazione dei fondi strutturali europei. Un passaggio che sta molto a cuore al fedelissimo Camillo D’Alessandro. Per ingigantire As si smantella tutto, prima di Fira anche la Sia, venduta pr un euro ad Abruzzo sviluppo e poi messa in liquidazione, con i dipendenti ormai vicinissimi al licenziamento in massa.
Per far fronte a tutte le commesse, As che è dotata di soli sette dipendenti, ha contrattualizzato circa 80 consulenti (mentre i dipendenti Sia sono stati messi alla porta): solo nel 2016 i consulenti di Abruzzo sviluppo erano più di 120, altrettanti nel 2017, al netto della task force, per una spesa totale arrotondata per difetto di 2 milioni 362 mila e rotti. Solo sette ex dipendenti di Sviluppo Italia sono stati distaccati presso Abruzzo sviluppo per far fronte all’emergenza della rendicontazione del Por-Fesr e del Fse 2007-2013.
ps: Una specie di gallina dalle uova d’oro. Che però adesso porterà alla morte anche la Finanziaria regionale abruzzese con tutti i suoi dipendenti.