Forza Italia comincia a preoccuparsi: lo smottamento politico è nell’aria, le premesse ci sono tutte. E non solo e non tanto perché GuerinoTesta, ex candidato Forza Italia ex “Pescara in Testa” è passato armi bagagli con Giorgia Meloni, portandosi dietro tutto il suo gruppo consiliare. Ma perché Fratelli d’Italia qui in Abruzzo ma soprattutto a Pescara rischia di diventare il rifugio degli scontenti, e anche il beneficiario di qualche vendetta azzurra. La bionda Meloni lo sa, e su Pescara ci ha investito parecchio: portandosi dietro il bel Guerino e anche affidando a un’agenzia locale, la Mirus di Michele Russo, il restyling del logo. Russo, non a caso, faceva parte di quel gruppo economico-politico che un decennio fa tentava la scalata politica insieme a Carlo Masci e a Federica Chiavaroli: poi ognuno è andato per la sua strada. Il ringraziamento della Meloni alla Mirus è arrivato direttamente dal palco del congresso nazionale.
Poi, la segretaria di Meloni è pescarese e pescarese è la famiglia Petri, vera e propria cassaforte dei voti di destra.
Ma qualche voto di protesta potrebbe arrivare anche da elementi di spicco di Forza Italia, come quello di Lorenzo Sospiri. Leggenda vuole che anche lui, Sospiri jr,abbia tentato una marcia di avvicinamento a Giorgia, ma sembra che poi vecchi screzi dei tempi del Fronte della gioventù tra i due, all’epoca giovanissimi, abbiano compromesso l’abboccamento, a dispetto del cognome altisonante dell’esponente politico pescarese che a destra è sempre una garanzia. Ma nonostante questo, sempre leggenda vuole che a Sospirino possa prendergli lo schiribbizzo di votare Fratelli d’Italia alle prossime politiche, anche per non contribuire alla scalata parlamentare del coordinatore regionale azzurro Nazario Pagano, uno che dentro il suo partito ha più nemici che amici e che sta aspettando la candidatura alla Camera come si aspetta Babbo Natale. In fondo sarebbe proprio Sospiri il candidato ideale dello schieramento di Berlusconi al collegio uninominale di Pescara, se non trovasse sulla sua strada Carlo Masci che rivendica un seggio pure lui. Pagano invece preferisce il sogno morbido e sicuro del proporzionale.
Insomma, un pegno, una specie di dote che Sospiri porterebbe alla Meloni alle prossime elezioni in attesa di consumare il matrimonio vero e proprio. E in fondo, non sarebbe neppure un tradimento vero e proprio in vista delle Regionali, dove le candidature vanno distribuite nei vari partiti della coalizione.
Certo, le acque sono molto agitate nel centrodestra, dove fino a questo momento l’unico ad avere azzeccato la mossa sembra sia stato proprio Guerino.
Nel centrosinistra tutto tace, le notizie sono contrastanti e si capisce che c’è campagna elettorale in atto solo dalla quantità di nastri tagliati (passati dalle centinaia settimanali, in media, alle migliaia) e dalle riunioni fuori tema che organizza il presidente della Regione, come quelle relative alla costruzione di palestre nelle scuole che sono, come è noto, di competenza della Provincia. Forse Luciano D’Alfonso lavora per dare visibilità ai suoi protetti, come il presidente della Provincia Antonio Di Marco, o alla stessa sottosegretaria Federica Chiavaroli, ma è evidente che gioca anche e soprattutto per sè.
La Chiavaroli, a proposito, dopo l’addio di Alfano, non ha ancora chiarito con chi si ricandiderà. I giornali nazionali la danno alleata oltre che amica della ministra Lorenzin e quindi del centrosinistra, come è d’altronde abbastanza chiaro da molto prima che Ap si disperdesse in mille rivoli. Nel frattempo taglia i nastri un passo dietro a D’Alfonso, come fa ogni principe (o principessa) consorte che si rispetti. Accreditando la tesi che sia suo il collegio uninominale di Pescara targato Pd.
Ma anche i fedelissimi di Dalfy stanno tutti col dente avvelenato: le poltrone sono poche, i sondaggi sono pessimi e la guerra per il seggio sicuro induce qualcuno a lanciare messaggi trasversali. Come quello pubblicato qualche giorno fa su Facebook dal parlamentare Pd Gianluca Fusilli:
“Chi aspetta il mio cadavere sulla riva del fiume si rassegni: deve aspettare ancora parecchio”.
Messaggio subito cancellato, proprio perché i maligni lo avevano attribuito alla pretesa del fedelissimo consigliere regionale Camillo D’Alessandro di candidarsi nel collegio Chieti-Pescara, al proporzionale, quello di Fusilli. Niente, lui si affanna smentire:
“Ma no, non ce l’avevo con lui, figuriamoci. Camillo è un amico, e poi io non mi ricandido ma se mi ricandido, lo farò all’Uninominale: voglio mettermi alla prova”.
ps: Diplomazia pre-elettorale. Ma quante guerre sotterranee, invece.