È stata fatta fuori dal partito senza la minima spiegazione, dopo 12 anni di militanza. A deludere Alexandra Coppola, responsabile dell’Organizzazione del Pd Abruzzo, è stata soprattutto l’indifferenza mostrata dal suo amico e compagno di mille battaglie Marco Rapino, attuale segretario regionale: “Non mi ha fatto nemmeno una telefonata e non mi ha neppure risposto al telefono quando ho provato a chiamarlo. Sono venuta a saperlo solo due settimane dopo che avevano preso la decisione e per caso, tramite altre persone".
Coppola riferisce di non essere “disturbata dalla rimozione da un ruolo, ma dai modi" con i quali è venuta a conoscenza di essere stata defenestrata. “La politica non deve essere per sempre – osserva l'ormai semplice iscritta al Pd -. Ma se in Abruzzo il Pd è diventato il partito che nemmeno fornisce una comunicazione del genere, ad una persona che per 12 anni è sempre stata presente, allora significa che c'è un problema e mi chiedo come si possa essere credibili all’esterno”.
L'esponente dem racconta le origini della sua militanza. “Sono entrata nel momento più delicato per il partito, quando eravamo ridotti ai minimi termini ed ero vice segretario accanto a Silvio Paolucci, a quel tempo segretario regionale - dice Coppola -. Sono stata accanto alla Boschi quando non era né sottosegretario né ministro e accanto a Renzi quando venne sconfitto contro Bersani”.
Una renziana di ferro, insomma, che però negli ultimi due anni non hanno trovato più spazi per fare politica in Abruzzo e lavora a Roma. Il partito l’ha messa in disparte, “perché non sono una persona accondiscendente e hanno approfittato anche della mia lontananza per farmi fuori - rimarca l'ormai ex responsabile dell'organizzazione -. Posso fare un mea culpa e ammettere di non essere stata sempre presente, ma non mi pare che ci siano state molte proposte e se ci sono state non sono state di qualità”.
Divisa tra il suo Abruzzo e la capitale, Coppola gode di un osservatorio privilegiato che le consente di approfondire i rapporti tra il Pd abruzzese e i tavoli del partito nella Capitale. “L’Abruzzo paga lo scotto di essere una piccola regione, considerata quasi come un quartiere di Roma - dice -. In questi anni i democrat locali non sono riusciti a trovare una voce critica unanime, laddove ci fosse qualcosa da criticare, ovviamente. Io, invece, ho sempre condotto le mie battaglie mettendoci la faccia, mi sono candidata cosciente di perdere e contro il parere di tutti. Il Pd abruzzese a Roma non viene considerato – prosegue - il centrosinistra in Abruzzo coincide con la Regione e a giudizio di Coppola, vi è scarsa influenza del segretario regionale: “Dal 2015 ad oggi Rapino non ha mai espresso critiche o fatto una proposta individuale o qualcosa che lo contraddistinguesse come guida del partito”. Chi lo ha mai sentito parlare?", insiste Coppola, che auspica anche una reazione da parte dello stesso segretario regionale: “Mi piacerebbe che arrivasse una risposta dopo la mia analisi pubblica. D’altronde io e Marco abbiamo condiviso anche un percorso di politica giovanile. Ma non è detto che arriverà”.
Sul futuro del Pd e sui prossimi appuntamenti elettorali, Coppola azzarda una previsione, distinguendo tra il piano abruzzese e quello nazionale. "Non sono una sondaggista, ma in Abruzzo la vedo molto dura per il centrosinistra - afferma l'esponente dem -. A livello nazionale, invece, pur ritenendo che sia una partita difficile e che di sicuro queste divisioni interne non contribuiscono a favorirci, guardo con fiducia al futuro, in virtù del buon operato e dele buone intenzioni di Renzi.
In Abruzzo, invece, si è deciso di consegnare la regione armi e bagagli agli sfidanti, non posso dire se sarà il centrodetsra o il M5s, ma il Pd di sicuro farà molta difficoltà a fare campagna in questo territorio”.
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