C’è il parere negativo del dirigente e c’è il no del Direttore. Eppure la proroga di venti giorni viene approvata lo stesso, grazie alla firma del direttore generale della Regione Vincenzo Rivera. Una brusca accelerata per i bandi di investimento del mondo agricolo. Una forzatura, secondo il presidente della Commissione di vigilanza Mauro Febbo che ha portato allo scoperto tutta la storia. Sì, una forzatura gravissima, soprattutto perché il potere di avocazione presuppone l’inerzia. In caso contrario, è un semplice scavalco.
“La cosa più imbarazzante è infatti il parere del dirigente della misura e del direttore – spiega Febbo – entrambi non hanno riscontrato motivi tecnici utili ad approvare un deferimento dei termini per presentare le domande. Anzi, i due esprimono proprio un parere negativo”.
La dirigente Di Vitantonio, per esempio, scrive in una mail che,
“considerato che il Sian non ha presentato problemi e che risultano, al momento, oltre 260 domande di sostegno già rilasciate nel sistema informativo si ritiene, d‘intesa con il Direttore del Dipartimento nonché Autorità di Gestione del Programma, che non esistano le condizioni tecnico-giuridiche per accordare un differimento dei termini di scadenza dei bandi in oggetto”.
Non ci sono i presupposti ma si fa lo stesso. Un po’ come successo per i Gal. E in quell’occasione fu lo stesso presidente della Regione Luciano D’Alfonso a intervenire, chiedendo al direttore del servizio di approvare la proroga, nonostante lui avesse già espresso parere negativo. In questo caso, invece, l’ostacolo viene saltato a piè pari, e firma Rivera.
Infatti – spiega Febbo – la proroga è stata concessa in extremis solo nella tarda serata del giorno della scadenza (27.11) chiedendo direttamente l’aiuto fattivo, sia nello scrivere sia nell’approvare, del Direttore Generale Rivera che si è prestato a sostituire totalmente gli uffici della Direzione agricoltura. Come mai non si è ritenuto ascoltare le indicazioni e i pareri dei responsabili del bandi in questione del Dipartimento agricoltura? Da chi è stata ordinata tale proroga? Inoltre, cosa ancora più contraddittoria, come mai questa volta si è concessa la proroga mentre nel precedente bando non è stata accordata causando il pasticcio delle Liste di Perfezionamento arrecando un ritardo enorme nell’iniziare le istruttorie delle domande arrivate? Sono domande che attendono una risposta esauriente e credibile”.
Ma Rivera mette le mani avanti:
“Nessuna prevaricazione rispetto alle competenze del Direttore del Dipartimento delle politiche rurali e del Dirigente competente dei bandi a sostegno degli investimenti delle aziende agricole. La determinazione del Direttore generale è stata adottata in ragione dell’assenza del Direttore, Autorità di gestione del PSR, ed in virtù dei poteri sostitutivi e di avocazione previsti dall’ordinamento regionale e finalizzati al coordinamento dell’attività realizzativa dei direttori per l’attuazione dei programmi”.
ps: eh no, l’avocazione si esercita in caso di inerzia, e non certo per aggirare pareri negativi. Ma alla Regione, da un po’ di tempo, funziona così.