Verso le elezioni, Trifuoggi: serve gestione non frammentata fondi ricostruzione


“Gli altri candidati sindaci? Da loro poche idee, ma in compenso confuse”


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
08/06/2017 alle ore 09:46



L’11 giugno si avvicina e i toni dei candidati alla carica di sindaco dell’Aquila si inaspriscono. “Troppi cani attorno all’osso del 4% dei fondi per la ricostruzione del centro storico”. Esordisce così Nicola Trifuoggi, ex vicesindaco del comune dell’Aquila ora candidato per la poltrona da primo cittadino. Un giudizio tranciante per definire le idee poche, ma anche un po’ confuse degli altri concorrenti in corsa. 

Come sulla gestione che si vorrebbe frammentare dei fondi destinati al bando “Fare centro”: aiuti a fondo perduto per chi si reinsedia nel centro storico o decide di aprire una nuova attività.

“Non si tratta di somme infinite - dice Trifuoggi ad Impaginato.it - e vanno assolutamente spese in maniera coordinata. Deve essere un unico progetto che tenga conto dell’assoluto bisogno di ricrescita dell’intera città, sotto ogni punto di vista.”

“Ben vengano - prosegue Trifuoggi - i fondi per la cultura se sono inseriti in un progetto che prevede anche la ricostruzione sociale del centro storico, il riavvio delle attività economiche, il contatto con la ricerca e molto altro”. Dunque Trifuoggi è contrario a quelli che vengono definiti “contributi a pioggia”. Piuttosto intende puntare su un unico contributo complessivo studiato accuratamente. 

 

Anche sull’argomento sanità il candidato sindaco vuole dare un segno di discontinuità con il passato. E sottolinea come L’Aquila stia venendo fuori “malconcia” dal progetto di riorganizzazione regionale. “L’accorpamento tra Teramo e la città capoluogo non può dare un esito positivo” spiega Trifuoggi.  “Teramo, che rifiuta l’ipotesi del ‘matrimonio’ burocratico e che ha avuto il finanziamento per la costruzione di un nuovo ospedale, sta provvedendo autonomamente alla realizzazione di un nosocomio di secondo livello a Mosciano Sant’Angelo (Te) che sarà del tutto autonomo: le conseguenze sono facilmente intuibili. L’Aquila verrà lasciata fuori e, poiché Mosciano Sant’Angelo si trova sul litorale, si arriverà ad avere due strutture nosocomiali di secondo livello sulla costa e nessuna copertura per la zona interna della regione. Mentre le raccomandazioni governative dicevano tutt’altro, ovvero che L’Aquila dovesse essere l’altro ospedale di secondo livello”.

“Ma - conclude Trifuoggi - la politica regionale disfattista nei confronti della città capoluogo insieme alla mancanza di reazione dell’amministrazione comunale, dello stesso colore politico, porta a questi risultati drammatici”

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