Con il centrodestra che riprende vigore, sulla scia del voto siciliano e dei sondaggi che lo danno in testa nella sfida tra i tre poli, riprendono le grandi manovre anche in Abruzzo. Nel frattempo torna di attualità la figura dell'ex premier Silvio Berlusconi e si rimette in moto anche la macchina della giustizia.
Il gup del tribunale di Siena Roberta Malavasi ha infatti accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura nell’ambito dell’inchiesta Ruby-ter.
A Siena - secondo l'accusa - Berlusconi avrebbe pagato Danilo Mariani, pianista delle feste di Arcore, per indurlo a fornire una falsa testimonianza sul caso olgettine. Per affermare il falso e negare il vero, il musicista avrebbe incassato 117 mila euro in bonifici da tremila euro al mese giustificati come rimborsi spesa.
L’accusa, nei confronti del leader di Forza Italia, è quella di avere pagato i testimoni del processo Ruby, quello per concussione e prostituzione minorile da cui è stato assolto, in cambio del loro silenzio.
COME FINIRA'?
“Sarà assolto – garantiscono gli avvocati dell'ex premier -. E' un processo inutile e il materiale probatorio è inconsistente”. Al di là della convinzione dei difensori, l'apertura di un nuovo processo potrebbe avere effetti negativi sulla valutazione dei giudici, che saranno chiamati a decidere se concedere la riabilitazione all'ex cavaliere e dunque se permettergli di candidarsi alle elezioni politiche dell’anno prossimo alla guida di Forza Italia.
Giustizia a orologeria o cosa? “E’ il caso che i cittadini italiani e abruzzesi facciano le proprie riflessioni – sostiene il consigliere regionale forzista Paolo Gatti - ormai sulle vicende giudiziarie di Berlusconi penso si sia detto e scritto tutto. Io non ho gli elementi per poter affermare una verità giudiziaria, non sono un giudice, ma se dopo 25 anni sono ancora dalla parte di Forza Italia vuol dire che ho già fatto la mia scelta. Credo che Berlusconi non sia il male assoluto, mi pare che in Italia abbiamo dei problemi nell’ambito della giustizia che dovrebbero essere affrontati. Vorrei che venissero recuperati i principi liberali della certezza della pena e del reato e che si fosse ritenuti innocenti sino a conclusione dell’iter giudiziario, ovvero sino a che la sentenza passi in giudicato. Dovremmo imporre agli alunni di tutte le scuole lo stfudio e la lettura di Cesare Beccaria – raccomanda ironico Gatti, che poi torna serio -. C’è confusione, in Italia, tra la politica e la morale. E comunque anche con una sentenza definitiva si tratterebbe di giustizia umana e a volte può essere anche fallace".
B. ANCORA MAZZIERE
Passando all'aspetto prettamente politico, secondo Gatti, se dopo 20 anni Berlusconi è ancora il mazziere, la responsabilità non è da attribuire all’ex premier, ma agli altri: “Significa che non c'è stato nessuno, nella classe dirigente, che fosse in grado di prendere il suo posto e che avesse le sue capacità di leadership”.
Resta aperto il nodo del candidato premier per il centrodestra, rispetto al quale il consigliere regionale fa melina. “La legge elettorale, che peraltro è a forte impronta proporzionale, non comporta immediatamente l'indicazione del premier - osserva Gatti-. Oggi tutto è legato a come voteranno gli italiani e dipende da quali saranno i numeri in parlamento”.
Qualcuno, negli ultimi tempi, aveva fatto il nome di Antonio Tajani. “Lui svolge un ruolo di primaria importanza, quello di presidente del Parlamento europeo e lo fa molto bene - dice Gatti - ma Tajani non può fare tutto".
Intanto, in chiave locale, l'Udc torna a posizionarsi nel centrodestra. "Non mi stupisce - commenta il consigliere regionale di Forza Italia - è questa la loro provenienza e al limite era strano vederli dall'altra parte".
LE CRISI IN ABRUZZO
Altro tema caldo, sul fronte politico, è rappresentato dalle turbolenze che chiamano in causa diverse amministrazioni comunali, da L'Aquila ad Avezzano, passando per Teramo e Nereto. “Sono situazioni molto diverse - rimarca Gatti -. Nei Comuni di Avezzano e L’Aquila la vittoria del centrodestra è stata netta e i cittadini hanno espresso con chiarezza le loro preferenze, con il Tar che si sta limitando a verificare la correttezza del risultato elettorale. A Nereto, invece, l'amministrazione comunale è stata sfiduciata, con le dimissioni della minoranza e di esponenti della maggioranza legati al Pd. A Teramo, infine, viviamo una profonda instabilità, che si è acuita nell’ultimo anno e mezzo, e l’idea che si possa tornare alle urne terrorizza letteralmente il Pd e una parte del centrosinistra".
Gatti aggiunge che, "sebbene siano situazioni differenti, sono tutte accomunate dal problema della mancanza di risorse. In questo momento storico, in Italia, governare nei Comuni è molto difficile - conclude l'esponente di Forza Italia -. C’è poca coesione politica anche a causa della proliferazione del civismo, non vengono date risposte concrete ai cittadini perché ci sono pochi soldi, così cominciano i malumori e viene meno la stabilità”.
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