Sicurezza A24 e A25: il caso di Autostrada dei Parchi finisce ad Agorà (su Rai 3)


SdP chiede lo sblocco dei fondi destinati agli interventi urgenti di messa in sicurezza della rete autostradale: "Altrimenti si rischia di chiudere il cantiere"



“I viadotti delle autostrade A24 e A25 vanno immediatamente messi in sicurezza. Ad imporlo è stato il ministro dei Trasporti con un decreto dello scorso aprile”.

Anche la trasmissione Agorà di Rai 3 si occupa della contesa in atto tra governo e Strada dei Parchi, sullo sblocco dei fondi destinati agli interventi urgenti di messa in sicurezza della rete autostradale che collega Roma con l'Abruzzo interno e costiero. Il costo dell’opera è di 170 milioni di euro.

“La concessionaria Strada dei Parchi ha ottenuto una copertura per soli 110 milioni di euro, che corrispondono a due terzi dell’importo complessivo necessario a completare i lavori ­– spiega la giornalista di Rai 3 -. Ora però i soldi sono finiti e se non si sbloccano altri 60 milioni di euro i cantieri saranno chiusi”.

I viadotti delle autostrade A24 e A25 sono complessivamente 176. “Ora stiamo eseguendo dei lavori atti ad evitare la scalinatura degli impalcati in caso di sisma - riferisce all’inviata un operaio di SdP-. La formazione di uno scalino sul manto stradale è di 15 centimetri circa e questo determinerebbe la chiusura immediata dell’autostrada. Fenomeno già verificatosi con il terremoto dell’Aquila del 2009”.

Sollecita l’intervento del governo anche Mauro Fabris, vice presidente del cda Strada dei Parchi: “Che qualcuno decidesse di fermare questa giostra nella quale sono tutti d’accordo nel ritenere ci sia urgenza e pericolo in caso di terremoto . Siamo nella condizione in cui se non arriveranno le ulteriori coperture necessarie –avverte - a metà dicembre dovremmo  fermare i cantieri. L’importante era partire, ci aveva detto. Adesso che siamo partiti però l’importante è finire immediatamente questi primi interventi”.

La giornalista ritiene che la situazione sia paradossale: “I soldi ci sono eccome. A luglio infatti il parlamento con il decreto Mezzogiorno ha stanziato 250 milioni, soldi che arriveranno però solo nel 2021. Intanto la concessionaria viene lasciata a secco – osserva la cronista - e a farne le spese è in primis la sicurezza, ma anche 700 posti di lavoro”.

Durante il servizio andato in onda questa mattina interviene anche l’assessore ai Trasporti del Comune dell’Aquila Carla Mannetti. “Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il sindaco di Sulmona Anna Maria Casini e il primo cittadino di Avezzano Gabriele De Angelis  hanno lanciato un appello al ministro Delrio affinché a stretto giro si risolva questa problematica  e impedisca che il cantiere si fermi - afferma Mannetti -. Bisogna mettere in sicurezza i viadotti e le gallerie come previsto dalle norme comunitarie e dalle nostre norme nazionali, soprattutto nella legge del 2012 che ha dichiarato questa 'opera strategica ai fini della protezione civile’”.

Si torna in studio e prende la parola l’ex leader di Italia dei Valori Antonio Di Pietro: “Conosco bene la vicenda, la questione si potrebbe risolvere in un giorno se si decidesse di varare questa norma. Esiste la Cassa Depositi e Prestiti, una struttura finanziaria pubblica che ha un mare di soldi e che potrebbe stanziare i fondi – rimarca l’ex  magistrato di Mani pulite -  ma i meccanismi della burocrazia interna impediscono di prestarli a chi non li ha o non ha garanti. In questo caso, però, le garanzie ci sono, perché i soldi che mancano li ha stanziati l’Unione europea”.

Per Di Pietro si tratta di un “un passare la palla all’altro per non avere guai”, con il rischio che possa accadere da un momento all’altro la tragedia: “Il problema è che se si aspetta che lo faccia qualcun’altro, alla fine accade come quel ponte sull’autostrada che è andato giù”.

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