La cacciata dei direttori: la Regione Abruzzo bandisce i concorsi e non lo potrebbe fare


Via tutti, restano soltanto quelli più fidati, quelli che creano meno problemi


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
28/11/2017 alle ore 11:34

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Più concorsi per tutti. Anche e soprattutto per i direttori regionali. Via tutti, restano soltanto quelli più fidati, quelli che creano meno problemi.

La Regione Abruzzo bandisce i concorsi e non lo potrebbe fare: no, perché non ha ancora approvato i consuntivi e la Corte dei Conti ha espresso divieto tassativo di assumere nuovo personale. Però il presidente della Regione Luciano D’Alfonso passa oltre e se ne infischia, che cosa importano i rilievi e le prescrizioni della magistratura contabile, conta solo il fatto che i direttori sono in scadenza e vanno rinnovati.

Soprattutto perché in campagna elettorale fanno comodo.
D’altronde lo aveva annunciato a destra e a manca, informando anche il sindacato interno dei dirigenti: è in arrivo un aumento delle buste paga dei direttori, che al momento sono tra le più risicate d’Italia, secondo lui. Un modo per attrarre figure professionali di spessore.

E così ecco pronti i concorsi. Saranno rinnovati i direttori del dipartimento Infrastrutture, mobilità, reti e logistica (attualmente vacante); della Salute e il Welfare; del Turismo, cultura e paesaggio; dello Sviluppo economico, Politiche del lavoro, istruzione, ricerca e università; delle politiche dello sviluppo rurale e della pesca. E viene messo a bando anche l’incarico di direttore generale, ricoperto provvisoriamente da Vincenzo Rivera, che ha preso il posto di Cristina Gerardis.

Destinati a lasciare la poltrona quindi Giancarlo Zappacosta, Tommaso Di Rino, Angelo Muraglia, Antonio Di Paolo.

Restano in sella Fabrizio Bernardini, che conserva Risorse e Organizzazione, Emidio Primavera (opere pubbliche) che attualmente gestisce la delicatissima relazione sul project financing Maltauro, e lo stesso Rivera del dipartimento alla presidenza e ai rapporti con l’Europa. Rivera dovrà invece fare il concorso se ha intenzione di restare anche direttore generale.

Ma il punto è: come si fa a bandire concorsi e a fare nuovi contratti se c’è il divieto della Corte dei Conti e se non sono stati ancora approvati i documenti di bilancio arretrati? Non si fa, anzi non si dovrebbe.

ps: Ma intanto, per Dalfy, l’importante è bandire, fare le selezioni, annunciare, invitare. Poi per i contratti si vedrà. E’ la campagna elettorale, bellezza.

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