New York. Il dipartimento di Giustizia statunitense ieri ha annunciato una revisione federale della banca dati (National Instant Criminal Background Check System, Nicbcs) utilizzata per verificare i precedenti penali di chi acquista armi. Il governo, dopo l’iniziativa del Congresso, ha deciso di attivarsi in seguito all’ultima strage in ordine di tempo il 6 novembre scorso, quella avvenuta presso una piccola chiesa di Sutherland Springs, in Texas dove un uomo armato, Devin Kelley, ha ucciso 26 persone. Non si era a conoscenza del fatto che Kelley avesse dei precedenti penali per violenza domestica che gli sono costati 12 mesi di prigione. La legge federale proibisce di vendere armi a chi è stato condannato anche per reati attinenti alle violenze domestiche, eppure l’uomo comprò armi da un negozio in Texas almeno in due occasioni, nel 2016 e nel 2017.
L’assenza dell’informazione della condanna di Kelley nella banca dati è stata giudicata dal segretario alla Giustizia, Jeff Sessions, “allarmante”, da qui la richiesta al Federal Bureau of Investigation (Fbi) e al Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (l’Agenzia federale su alcol, tabacco, armi e esplosivi) di fare revisione della banca dati. Anche il Congresso nei giorni immediatamente successivi alla strage aveva raccomandato che le violenze domestiche risultassero tra i precedenti penali della Nicbcs. Alla Camera dei rappresentanti, inoltre, la commissione sui Servizi armati vuole vederci chiaro e ha aperto un’inchiesta sulla mancata comunicazione dei precedenti penali di Kelley da parte dell’Aviazione statunitense al governo. L’ Agenzia federale su alcol, tabacco, armi e esplosivi da parte sua è al centro delle critiche per non aver regolamentato il supporto a spalla per il calcio che rende un normale fucile un’arma semiautomatica, simile a quelle che si usano in guerra per potenza e velocità di raffica. Il supporto è stato utilizzato nella strage di Las Vegas dello scorso ottobre, dove sono morte 58 persone. L’Agenzia si è difesa sostenendo che non rientra nelle sue competenze regolamentare un dispositivo che di fatto non è un’arma.
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