Usa: il segretario di Stato Tillerson ha definito "pulizia etnica" le violenze sui rohingya




Categoria: ESTERI
23/11/2017 alle ore 14:39

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New York. L’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato oggi che il brutale trattamento di Myanmar nei confronti della minoranza rohingya costituisce una “pulizia etnica”. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”.

Una dichiarazione che aprirà la strada a sanzioni nei confronti dei militari al comando del paese oltre ad un aumento delle pressioni sulla leader Aung San Suu Kyi. Il segretario di Stato Rex Tillerson che ha visitato la scorsa settimana il Myanmar ha riferito di “orrende atrocità” da parte dei militari di e delle forze di sicurezza che hanno costretto centinaia di uomini, donne e bambini a fuggire dalle proprie case e cercare rifugio nel vicino Bangladesh.

Presumibilmente le sanzioni riguarderanno la componente militare del paese e non il governo per, ha aggiunto Tillerson, “non mettere in pericolo la delicata transizione verso la democrazia, dopo decenni di repressione militare”. Proprio ieri funzionari del dipartimento di Stato statunitense hanno accusato il segretario, Rex Tillerson, di aver violato la legge federale escludendo Myanmar, l’Iraq e l’Afghanistan dalla lista annuale di paesi che utilizzano i bambini come soldati. L’inchiesta delle Nazioni Unite (Onu) di ottobre scorso ha riferito che la repressione "sistematica" del Myanmar nei confronti dei musulmani rohingya è stata messa in atto per cacciare definitivamente la comunità dalla loro case nello stato di Rakhine. Gli attacchi da parte dei militanti contro le forze di sicurezza del Myanmar a Rakhine il 25 agosto, hanno scatenato la reazione delle autorità birmane. Più di mezzo milione di persone sono fuggite nell'ultimo esodo. L’inchiesta dell’Onu ha riferito che l'ultima ondata di operazioni militari a Rakhine, infatti, è iniziata prima del 25 agosto, forse all'inizio del mese, contraddicendo le affermazioni delle autorità del Myanmar secondo cui la repressione è stata una risposta agli attacchi da parte di combattenti islamici contro diversi avamposti della polizia. Dal mese di agosto migliaia di rohingya hanno lasciato il paese e si sono rifugiati in Bangladesh.

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