Cosa farà Simone Cristicchi da neo direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo


Artista poliedrico e genuinamente impegnato: dal Magazzino 18 in ricordo delle foibe al dramma dei manicomi


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
22/11/2017 alle ore 17:54



"Sono onorato di ricevere un incarico così importante e prestigioso, che mi lusinga e riempie di entusiasmo". Così Simone Cristicchi commenta la sua nomina a nuovo direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo. L'artista, scelto dal consiglio di amministrazione dell'Ente regionale tra i 72 candidati che hanno risposto all'avviso pubblico, si dice pronto a portare le sue idee e la sua esperienza "affinché il Teatro possa essere il luogo deputato a ritrovarsi come comunità: la casa di tutti, dove porsi domande, emozionarsi, tornare a stupirsi, e innamorarsi di questa grande magia del palcoscenico".

Cristicchi, classe 1977, è un talento poliedrico. Grande appassionato di musica d'autore, viene consacrato agli occhi del pubblico dal 2005, grazie all'uscita di una serie di singoli, ironici e raffinati, che in brevissimo tempo diventano veri e propri tormentoni, aprendogli le porte delle più importanti kermesse canore e facendogli guadagnare una pioggia di premi e riconoscimenti: "Vorrei cantare come Biagio Antonacci" (2005), "Studentessa universitara" (2006) e "Ti regalerò una rosa" (2007), una lettera lacerante e commovente, ispirata dalle storie dei pazienti ricoverati in un istituto psichiatrico. Indipendentemente dal successo discografico però, Simone rivela subito la natura delle sue due anime: una irriverente e un'altra più intima, poetica, osservatrice di sentimenti, che trova espressione non solo nei brani musicali, ma anche nell'esperienza come attore e scrittore di teatro.

Di grande presenza scenica, Cristicchi si cimenta negli anni in numerosi spettacoli di forte impatto civile e sociale, capaci di tenere inchiodato il pubblico e di farlo calare nelle storie più disparate, tragiche e grottesche nel contempo: "Centro di Igiene Mentale", in cui l'artista racconta il passato dei manicomi; "Mio nonno è morto in guerra", basato sul libro omonimo, in cui si mettono in scena, tra picchi ironici e serietà, le testimonianze degli ultimi reduci della Seconda Guerra Mondiale e di quelli che a casa, sotto i bombardamenti, speravano nel loro ritorno; "Magazzino 18", un musical che racconta il dramma dell'esodo istriano, giuliano e dalmata nel secondo dopoguerra.

"Un autore che ama sperimentare e mettersi in gioco e che rientra pienamente nelle caratteristiche di multidisciplinarietà, innovazione e ricerca indicate nel decreto ministeriale che indica i criteri e le modalità per l'erogazione dei contributi allo spettacolo dal vivo"- si legge nella nota del Teatro Stabile- "A lui gli auguri per un lavoro proficuo e pieno di soddisfazioni per l'ente teatrale, per l'intero sistema culturale del territorio e per la scena nazionale".

twitteròImpaginatoTw