La Asl di Sulmona non ci sta e si rivolge al Tar per far annullare il provvedimento del sindaco Annamaria Casini, con il quale è stata disposta la sospensione dell'attività del Centro igiene mentale (Cim) e del Centro diurno psichiatrico della città, in a causa di un’ispezione dei locali che ospitavano i servizi dai Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell'Arma).
La Direzione della Asl ha infatti presentato ricorso al giudice amministrativo per chiedere la sospensione o l’annullamento dell'ordinanza di chiusura del sindaco del 13 novembre scorso, ridare agli utenti l' efficiente servizio erogato fino a pochi giorni fa, abbandonare la sede provvisoria dell'ospedale e tornare negli ampi locali di Viale Mazzini.
"Le irregolarità rilevate, come è stato verificato dal dipartimento di prevenzione della Asl in un sopralluogo - si legge in una nota della Asl1 - sono del tutto ininfluenti ai fini dello svolgimento dell'attività di assistenza. La decisione del sindaco di dare lo stop al servizio ha costretto l'azienda sanitaria a spostare altrove i servizi con forti disagi dei malati e le ripetute proteste. Tra i tentativi fatti dalla Asl per cercare di tutelare pazienti con patologie così delicate c'è anche la richiesta inviata al sindaco Casini (il 14 novembre) di rinviare di 30 giorni la decorrenza del provvedimento di chiusura: istanza che però– conclude la nota- non ha avuto risposta".
Il disagio, secondo l’azienda, potrebbe ripercuotersi negativamente sugli utenti. “La soluzione temporanea presa su due piedi, col trasferimento dell'attività di assistenza da viale Mazzini all'ospedale, non consente di assistere al meglio i pazienti ai quali vanno somministrate terapie in modo continuativo: la nostra priorità assoluta - spiega Rinaldo Tordera, il direttore generale della Asl1 Avezzano Sulmona L'Aquila - è quella di tutelare la salute di pazienti fragili e con patologie croniche che hanno bisogno di un'assistenza costante, puntuale e meticolosa che solo la sede di viale Mazzini, ampia e organizzata sul piano logistico, può assicurare. È nostro dovere fare del tutto per offrire la migliore assistenza possibile a malati e famiglie".
La battaglia della Asl, finalizzata al ripristino dei precedenti livelli di cura di Cim e centro diurno psichiatrico, nei giorni scorsi ha registrato il sostegno delle associazioni dei pazienti e di quelle per i diritti del malato, tra cui Cittadinanzattiva, che ha preso chiaramente posizione invitando il sindaco a valutare l'opportunità di revocare il suo provvedimento.
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