New York. Quasi 21 milioni di persone nel mondo hanno ora accesso ai farmaci che tengono sotto controllo l’Aids, ma altri 16 milioni con l’Hiv non sono ancora in cura. Lo riferisce il quotidiano statunitense “New York Times” sulla base di dati forniti dal rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite Aids. La terapia che prevede un triplo trattamento di farmaci antiretrovirale è diventata standard nei paesi ricchi nel 1996, ma ci sono voluti quasi dieci anni affinché la stessa cura arrivasse ad un milione di persone nei paesi poveri. L’agenzia ha fissato un nuovo obiettivo per il 2020: 90-90-90, e cioè darsi come traguardo che il 90 per cento della popolazione mondiale infettata da Hiv abbia sostenuto il test, che il 90 per cento di quel test se positivo sia adeguatamente trattato e infine che il 90 per cento sotto trattamento vi rimanga fino alla scomparsa dell’infezione nel sangue. Dall’agenzia si dicono ottimisti e sostengono di aver per ora raggiunto quota 70-77-82. Ad oggi solo il 44 per cento delle persone con Hiv è sotto trattamento e in grado di condurre una vita normale. I paesi meglio posizionati sono Botswana, Regno Unito, Cambogia, Danimarca, Islanda, Singapore e la Svezia. Nonostante l’importante calo dei decessi per Aids, gli “orfani” della malattia risultano essere 16 milioni.
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