Londra. Alla fine è stata la premier Theresa May a svelare il proprio bluff in quella vera e propria partita a poker che è diventata la trattativa con l'Unione Europea sui costi del divorzio della Gran Bretagna: è questa l'interpretazione che il quotidiano online "The Independent" dà alla decisione presa ieri lunedì 20 novembre dal gabinetto britannico "ristretto" di raddoppiare l'offerta finanziaria a copertura dei costi della Brexit. Ma la partita è tutt'altro che conclusa e gli sviluppi politici in Germania potrebbero far cambiare idea a Londra: secondo quanto riferisce il quotidiano "The Times", nella riunione tenutasi ieri al No. 10 di Downing Street gli stessi ministri più euroscettici, dopo aver accettato di innalzare l'offerta monetaria che la May presenterà al vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione Europea del 15-16 dicembre a Bruxelles, hanno suggerito alla premier di tenersi pronta a fare marcia indietro e di approfittare della crisi politica della cancelliera tedesca Angela Merkel; in sostanza, più che una "luce verde" alle sue aperture, la May avrebbe avuto un "go and stop".
Venerdì 24 la premier dovrebbe comunicare informalmente al presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, che la Gran Bretagna è pronta ad innalzare il proprio contributo per far fronte ai costi della Brexit: il vertice di ieri non ha reso pubblica alcuna cifra precisa, ma si sa che l'offerta iniziale di 20 milioni di euro passerebbe a 40 milioni. Allo stesso tempo però il governo di Londra è intenzionato a condizionare l'offerta ad un assenso di principio dei leader europei per un accordo più vasto ed "ambizioso" sul futuro dei rapporti Gb-Ue, a cominciare da quelli commerciali: un vero e proprio "trattato" nell'ambito del quale, secondo gli euroscettici britannici, il paese non vorrebbe cedere di un millimetro su questioni come l'immigrazione, le regole del mercato del lavoro e quelle per la protezione ambientale; il dissenso su questi problemi, aveva invece avvertito il capo negoziatore Ue, il francese Michel Barnier, potrebbe bloccare ogni accordo. Ora però gli euroscettici britannici sono ringalluzziti dalle notizie che vengono da Berlino: la debolezza della principale potenza europea, che potrebbe protrarsi per molti mesi e sfociare in nuove elezioni in Germania e persino nella fine dell'èra-Merkel, a loro parere apre nuovi scenari negoziali che la premier May dovrebbe saper e poter sfruttare. Insomma, "nessun accordo sarà valido finché non ci sarà un accordo su tutto", ha sintetizzato al Times" una fonte di Downing Street.
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