Parere non favorevole alla delibera regionale 271/2017: due ministeri bocciano il Dea a cavallo tra Pescara e Chieti e tra L’Aquila e Teramo. La proposta di “piano di integrazione funzionale tra i presidi ospedalieri di Chieti e Pescara ai fini dell’istituzione di un Dea di secondo livello interaziendale” viene rispedita al mittente. Non si può fare. E’ un’idea malsana, concepita probabilmente soltanto per non scontentare gli elettori, per illudere qualche cattedratico, per non creare allarme, scrivono i ministeri della Salute e dell’Economia.
Il riordino della rete ospedaliera concepito dall’assessore Silvio Paolucci con due Dea di secondo livello (mega ospedali con super specializzazioni) da collocare a cavallo tra Pescara e Chieti e tra L’Aquila e Teramo, non si può fare. In particolare, il ministero ha bocciato la delibera in cui la Regione diceva che sarebbe stato concluso a breve uno studio di fattibilità “che terrà conto del rispetto dei bacini di utenza e della conformazione delle aree omogenee e baricentriche di Chieti-Pescara e L’Aquila-Teramo. La struttura del Dea di secondo livello viene comunque individuata nella struttura con maggior numero di funzioni hub nelle Reti tempo-dipendenti”.
Ma diceva di più, Paolucci. Diceva che “le funzioni previste per un Dea di secondo livello possono essere assicurate dai presidi di Chieti e Pescara con una efficace integrazione funzionale”. E per garantire il mega ospedale a cavallo di Chieti e Pescara, la Regione prevedeva anche l’istituzione di una centrale operativa unica per il 118 e di un dipartimento di emergenza di secondo livello tra Chieti e Pescara.
Niente di tuto questo, non è possibile secondo il Ministero che avrebbe potuto accettare un Dea a cavallo solo in una fase transitoria fino a che non fosse stato completato il riordino della rete ospedaliera.
“Nel rilevare il ritardo con cui la Regione sta procedendo nella attuazione della rete ospedaliera – scrive ancora il direttore generale della programmazione sanitaria Andrea Urbani del Ministero della Salute – si sollecita lo specifico atto con la definizione del percorso di individuazione dei Dea di secondo livello necessario a programmare e ad attuare la rete per l’emergenza urgenza ospedaliera”.
E dice ancora di più: il piano (della Regione)
“risulta carente di analisi e indicazioni operative necessarie ad attivare una reale integrazione funzionale tra i due presidi, avviare il percorso di definizione del presidio sede di Dea di secondo livello anche attraverso la eliminazione delle discipline duplicate (cardiologia interventistica con emodinamica)”.
Insomma, tutto da rifare.
Un dato emerge chiaramente dalla lettura del verbale: che la Regione Abruzzo non può continuare a promettere e a fare acrobazie per non scontentare questo o quello (è accaduto con il Dea, sta accadendo in queste ore con Atessa, a cui è stata promessa la riconversione in ospedale di zona disagiata).
L’aspetto più inquietante è che proprio due giorni fa, quando il verbale del ministero della Salute e dell’Economia è stato recapitato alla Regione, Paolucci continuava a dichiarare in un’intervista al Centro che lui non avrebbe fatto un passo indietro: “Il super ospedale non sarà né di Pescara né di Chieti ma di entrambi”.
ps: peccato, il postino deve aver fatto ritardo. Una figuraccia.