Amburgo. La Nato vorrebbe aumentare le proprie truppe in Afghanistan, ma tale obiettivo è lontano dal realizzarsi.
Questo è quanto è emerso da una riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica. Mancherebbero infatti ancora 300 soldati sui 3.800 previsti, e dietro le quinte questo riaccende la vecchia disputa sulla cosiddetta “condivisione degli oneri” all’interno della Nato. L’umore tra gli Stati Uniti e l’Europa è teso. Non si può parlare di una ripartizione equa, e gli americani dovrebbero nuovamente avere la responsabilità primaria, lamentano i funzionari statunitensi. In teoria i partner dovrebbero fornire la metà della quota aggiuntiva richiesta poche settimane fa dal Presidente statunitense Donald Trump. Invece 2.800 sono forniti dagli Stati Uniti e solo 700 dai restanti partner. In totale la missione “Resolute Support” dovrebbe arrivare a 16.000 unità. L’equa ripartizione è stata auspicata anche dal Segretario generale Jens Stoltenberg e soprattutto è stata fatta pressione sulla Germania. Anche i militari tedeschi ritengono che sia ragionevole aggiungere altri 500 soldati ai 980 già presenti nella missione del Paese nell’Hindu Kush. Il ministro della Difesa tedesco, la cristiano democratica Ursula von der Leyen (Cdu), ha riferito giovedì a Bruxelles che al momento non è possibile prevedere un aumento a causa dei colloqui esplorativi di governo, ma ha sottolineato che “lo scorso anno la Germania ha aumentato il numero delle sue truppe del 20 per cento”. Il problema rimane sul tavolo.
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