Pronte le dimissioni in blocco: il presidente della Fira le ha già preparate una settimana fa, e con lui tutto il cda. E non fa niente che Alessandro Felizzi sia il commercialista di Luciano D’Alfonso, lo strappo si è consumato e non c’è amicizia che tenga: la Finanziaria regionale abruzzese non diventerà più società in house providing della Regione Abruzzo. L’obiettivo per cui Felizzi e i suoi stanno lavorando da più di un anno si è arenato ormai per sempre e la Finanziaria sembra così condannata a restare con le braccia conserte, senza concorsi, senza bandi, senza lavoro.
Nessuna comunicazione ufficiale ma tante mezze parole. Il governatore abruzzese non l’ha mai detto chiaro e tondo ma lo ha fatto capire in mille modi, l’ultima volta il 24 maggio a un convegno organizzato proprio dalla finanziaria abruzzese:
“Anche voi dovete accettare la sfida per diventare 4.0, con la consapevolezza che non ci sono autosostenitori per la sopravvivenza”.
Niente soldi, niente sostegno nè Regione pronta ad aprire i cordoni della borsa, dice in pratica D’Alfonso. E il momento della verità non tarderà: tra una settimana l’assemblea dei soci dovrà dire senza troppi giri di parole quale sarà il destino di Fira. Che nel frattempo ha già applicato i famosi piani di solidarietà ai dipendenti, costretti a sopportare il peso di un bilancio in pesante sofferenza da quando non si fanno più bandi e sono stati azzerati affitti e consulenze.
Ma perchè questo brusco dietro-front? La trasformazione di Fira in società in house era pronta da parecchio tempo e l’indicazione di Felizzi, uomo di fiducia del presidente, ex revisore dei conti della Saga, vice presidente della Valle della Pescara e consulente di Abruzzo sviluppo, doveva servire proprio a questo scopo. Alla fine D’Alfonso ci ha ripensato. E non solo perchè in questi giorni, con Abruzzo engineering ridotto in quello stato, costituire una nuova società in house non rappresenterebbe certo una buona scelta dal punto di vista dell’immagine. No, non solo: c’è anche un altro più importante motivo e si chiama Abruzzo sviluppo. E’ la società partecipata dalla Regione, alla quale D’Alfonso sta consegnando, pezzo dopo pezzo, tutto ma proprio tutto, dai bandi Ipa all’assistenza tecnica alla progettazione e alla gestione e rendicontazione dei fondi strutturali europei, che ora dovrebbe assorbire anche le competenze Fira.
Un passaggio che sta molto a cuore al governatore e al suo fedelissimo Camillo D’Alessandro.
ps: la Fira non gestirà più nulla, l’astro nascente in questo ambito sarà Abruzzo sviluppo. Chissà perchè nessuno spiega come e perchè.