Svimez: Abruzzo peggio di tutte le regioni meridionali


Di Stefano e Marcozzi bocciano le politiche di sviluppo del centrosinistra


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
08/11/2017 alle ore 11:36

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L’Abruzzo peggiora e peggiora a vista d’occhio. Lo dice il rapporto Svimez del 2017: questa è l’unica regione del sud Italia i cui dati economici a cominciare dal pil vanno malissimo. Il prodotto interno lordo dell’Abruzzo si attesta sul segno meno, -0,2 per cento per la precisione, mentre crescono Campania (+2,4%), Basilicata (+2,1%), Molise (+1,6%), Calabria (+0,9%), Puglia (+0,7%), Sardegna (+0,6%), Sicilia (+0,3%).
Sì, l’Abruzzo va peggio di tutte le regioni meridionali che anzi registrano il segno più, a partire dalla Campania per finire al vicino Molise, che addirittura si attesta sull’1,6 per cento.

“Il Mezzogiorno – si legge nel rapporto Svimez – è uscito dalla lunga recessione e nel 2016 ha consolidato la ripresa, registrando una performance per il secondo anno superiore, se pur di poco, rispetto al resto del Paese.
Il tasso di occupazione nel Mezzogiorno è ancora il più basso d’Europa (35% inferiore alla media dell’Unione europa), nonostante nei primi 8 mesi del 2017 siano stati incentivati oltre 90 mila rapporti di lavoro nell’ambito della misura Occupazione Sud”.

Bocciate le politiche di sviluppo del centrosinistra, attaccano Fabrizio Di Stefanodi Forza Italia Sara Marcozzi dei Cinquestelle.
Un dato difficile da contestare, che fa da contraltare a tutte le mirabolanti promesse ed esibizioni della giunta regionale. Che però nel pomeriggio ha affidato a Silvio Paolucci una specie di arrampicata sugli specchi per dire che in fondo, anche secondo Svimez, qualcosa di buono l’Abruzzo l’ha fatto.

“Il rapporto Svimez 2017, presentato questa mattina a Roma e riferito all’anno 2016, offre diversi spunti positivi per quanto riguarda il nostro territorio. Per quanto riguarda l’occupazione, la variazione tra 2016 e 2015 segna un +0,5% (da 521.600 a 524.200 unità) mentre diminuisce del 3,2% il tasso di persone in cerca di occupazione (da 69.100 a 66.900) – dice Paolucci – Allo stesso modo cresce (+1,2%) il tasso di occupazione, passando dal 54,5% al 55,7%, e si riduce (-0,5%) il tasso di disoccupazione, che passa dal 12,6% al 12,1%. Numeri che distanziano di gran lunga il dato medio del Mezzogiorno, che vede il tasso di occupazione al 43,4% e quello di disoccupazione al 19,6%”.

E via di questo passo.
ps: contenti loro. Peccato per il Pil, che la dice lunga sullo stato della nostra economia.