Uffa, questo Stato che paga in ritardo... in Abruzzo aziende in ginocchio (maglia nera all'Aquila)


Effetti negativi soprattutto per gli artigiani e piccole medie imprese. Si salva (di poco) la sanità


di Lorenzo Dolce
Categoria: ABRUZZO
07/11/2017 alle ore 19:24

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L'Italia è maglia nera in Europa per i tempi di pagamento della pubblica amministrazione alle imprese fornitrici, tanto che la Commissione Ue ha riattivato, dopo due anni di stand by, la procedura d'infrazione. In Abruzzo la situazione non si distacca dalla media nazionale: il problema delle fatture pagate al rallentatore mette in ginocchio le aziende, già duramente provate dalla durissima crisi, con effetti negativi soprattutto per gli artigiani e per le micro e piccole imprese, cuore pulsante dell'economia regionale.

I soldi della Pa che non arrivano, infatti, sono spesso tra le cause che spingono molte imprese a decidere di chiudere. L'Abruzzo, nel complesso, non è agli ultimi posti della classifica nazionale, ma non spicca neanche per le sue buone prassi.

La pubblica amministrazione abruzzese impiega in media 54 giorni ad effettuare i pagamenti, dato superiore ai limiti di legge, che prevede 30 giorni, con la sola eccezione del comparto sanità (60 giorni). Se i Comuni pagano in media in 62 giorni, la situazione è peggiore per gli altri enti: 72 giorni. Tre Comuni su quattro, cioè il 24,5% del totale, saldano oltre il limite di tempo previsto dalla legge.

Nel complesso 7 enti non sanitari su 10 non rispettano le norme e pagano in ritardo. I dati sono contenuti in un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha svolto su un'elaborazione del Centro studi della Confederazione nazionale.

 

MAGLIA NERA ALL'AQUILA

A livello territoriale, la maglia nera spetta alla provincia dell'Aquila, dove i tempi medi raggiungono i 63 giorni (53 giorni per i Comuni, 62 per la sanità e 78 per gli altri enti). Segue la provincia di Chieti, con 60 giorni (64 Comuni, 59 sanità, 26 altri enti). Situazione migliore, anche rispetto alla media nazionale, nelle province di Teramo, 46 giorni (69 Comuni, 33 sanità, 58 altri enti) e in quella di Pescara, 44 giorni (71 Comuni, 37 sanità, 75 altri enti).

 

SOLO IL 14,4% DEI COMUNI RISPETTA LA LEGGE

I Comuni abruzzesi, nel 2016, sempre secondo i dati di Confartigianato, hanno pagato fatture per 335 milioni di euro. Solo il 14,4%, cioè fatture per 48.260.000 euro, è stato pagato entro i 30 giorni previsti. La maggior parte dei pagamenti, 43,3%, pari a 145.065.000 euro, è avvenuta tra 31 e 60 giorni. Nel complesso l'85,6% delle fatture, per un importo complessivo di 286.867.000 euro, è stato pagato dai Comuni oltre i tempi limite previsti dalla legge.

In provincia di Pescara i Comuni hanno pagato per 48.909.000 euro. Solo l'11,7% (5.705.000 euro) è stato pagato entro 30 giorni, mentre il restante 88,3% (43.204.000 euro), è stato liquidato in tempi che andavano oltre i limiti di legge.

In provincia Chieti sono state pagate dai Comuni fatture per 70.985.000 euro. Solo il 15,4% dei pagamenti è avvenuto entro 30 giorni, il restante 84,6% (60.061.000 euro) è stato pagato oltre i tempi massimi.

I Comuni dell'Aquilano hanno pagato fatture per 137.255.000 euro. Il 18,7% dei pagamenti è avvenuto nei tempi di legge, mentre il restante 81,3% (111.568.000 euro) oltre i limiti.

Nel teramano i Comuni hanno pagato fatture per 77.978.000 euro. Il 7,6% delle fatture è stato liquidato nei tempi previsti, mentre il 92,4% (72.034.000) oltre i limiti.

 

ABRUZZO SUL PODIO PER LA SANITA'

E' solo la sanità, rivela Confartigianato Abruzzo, a "salvare" la media abruzzese: i tempi di pagamento sono pari a 48 giorni, a fronte del limite di 60 previsto dalla legge. Analizzando solo i dati sulla sanità, infatti, la regione si colloca agli ultimi posti della graduatoria nazionale, tra le regioni con i tempi medi di pagamento più bassi. Senza il dato relativo agli enti sanitari, infatti, l'Abruzzo non sarebbe al dodicesimo posto della classifica, ma si posizionerebbe decimo per quanto riguarda i Comuni (62 giorni contro i 60 nazionali) e, addirittura, terzo per quanto riguarda gli altri enti (72 giorni contro i 47 nazionali).

La Asl più virtuosa è quella di Teramo: secondo i dati del Mef ha pagato entro 33 giorni il 94% delle 61.771 fatture complessivamente ricevute. In sostanza, su 202.204.991 euro, sono già stati pagati i fornitori per complessivi 176.873.538 euro.

Segue la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti: l'azienda ha liquidato il 91% delle 67.930 fatture ricevute, per complessivi 2.928.621 euro, a fronte di 3.298.129 euro totali, con un tempo medio di pagamento di 59 giorni.

Subito dopo c'è l'azienda sanitaria pescarese: la Asl del capoluogo adriatico ha pagato il 90% delle 49.076 fatture, cioè 275.912.156 su 329.826.506 euro complessivi, con un tempo medio di 37 giorni.

In chiusura c'è la Asl di Avezzano-Sulmona-L'Aquila: è stato pagato l'81% delle 43.542 fatture ricevute, cioè 208.885.085 su 283.885.024 euro complessivi, con un tempo medio leggermente superiore ai limiti di legge: 62 giorni.

 

IL CASO DELLE CITTA' CAPOLUOGO

I dati del Mef, aggiornati al 22 settembre scorso, sono spesso soggetti a variazioni, ma in base alla documentazione fino ad ora pervenuta, per quanto riguarda le quattro città capoluogo, sono Pescara e Chieti a registrare il record negativo, con lo zero per cento delle fatture pagate.

Il Comune del capoluogo adriatico, amministrato dalla Giunta di centrosinistra guidata da Marco Alessandrini, ne ha da liquidare 8.836, per un totale di 66.270.881 euro. Quello di Chieti, con il sindaco di centrodestra Umberto Di Primio, ne deve pagare 5.557, per complessivi 35.741.341 euro.

La situazione migliore, seppur con ritardi drastici, la fa registrare il Comune dell'Aquila: ha pagato il 93% delle 13.777 fatture ricevute nel 2016, ai tempi dell'amministrazione di centrosinistra di Massimo Cialente. L'ente ha pagato 49.161.145 euro, a fronte di 61.051.037 euro complessivi, con tempi medi di 58 giorni, cioè 28 oltre i limiti.

Subito dopo c'è il Comune di Teramo: l'ente, con il sindaco di centrodestra Maurizio Brucchi, ha pagato il 70% delle 11.877 fatture ricevute, cioè 18.780.215 euro rispetto al totale di 29.564.517, con una media di 50 giorni, cioè 20 oltre i tempi previsti dalla legge.

 

LE PROVINCE: CHE DEBITI A CHIETI...

Per quanto riguarda le Province, la maglia nera, stando ai dati del Mef, spetta a Chieti: è stato pagato lo zero per cento delle 3.624 fatture ricevute, per complessivi 13.225.489 euro.

La Provincia di Teramo ha pagato il 94% delle 3.580 fatture. Cioè sono stati già liquidati 16.544.474 su 21.012.973 euro, con un tempo medio di 66 giorni, cioè 36 oltre i limiti.

La Provincia dell'Aquila ha pagato il 98% delle 2.927 fatture ricevute, cioè 10.807.804 su 12.923.219 euro. I pagamenti sono avvenuti con tempi medi di 54 giorni, cioè 24 in più di quelli previsti dalla normativa.

La Provincia di Pescara, infine, ha pagato l'89% delle fatture, che sono in totale 3.239, per complessivi 16.200.051 euro. Con tempi medi di 79 giorni, ben 40 oltre i limiti, in tutto sono stati erogati 12.927.699 euro.

 

I PIU' VIRTUOSI: SOLO TAGLIACOZZO

Nella lista dei 500 enti più virtuosi stilata dal Mef, per l'Abruzzo compare solo il Comune di Tagliacozzo: l'ente ha pagato tutte le 1.198 fatture ricevute con un tempo medio di 18 giorni.

 

A SAN SALVO TEMPI RECORD

Rivendica risultati positivi, relativi al 2017, il Comune di San Salvo, che nel terzo trimestre vanta addirittura pagamenti con tempi medi di 10,32 giorni. Il dato, reso noto dal sindaco in un comunicato stampa, è migliorato sia rispetto ai primi tre mesi di quest'anno (26,64 giorni) sia rispetto al secondo trimestre (14,12 giorni).

 

"SERVE LA COMPENSAZIONE DIRETTA DEBITI-CREDITI"

Nell'analizzare i numeri, il presidente di Confartigianato Abruzzo, Luca Di Tecco, sottolinea che "i dati parlano chiaro" e disegnano una situazione cui "bisogna porre subito rimedio".

Anche l'associazione regionale, come da tempo fa la Confederazione nazionale, lancia un appello al mondo politico: "La soluzione al problema, Confartigianato lo dice da tempo, è quella di adottare la compensazione diretta dei debiti e dei crediti verso la PA. In questo modo - conclude Di Tecco - si darebbero liquidità ed ossigeno alle imprese”.

 

SI CHIUDE PER I TROPPI CREDITI

Il direttore regionale di Confartigianato, Daniele Giangiulli, si sofferma su quello che definisce un "assurdo paradosso" del sistema italiano: "ormai - sottolinea - le imprese rischiano di chiudere per i troppi crediti e non per i debiti. Quello della riscossione è un problema gravissimo, in Abruzzo come nel resto d'Italia, per quanto riguarda non solo i pagamenti da parte dei privati, ma anche e soprattutto per quelli della pubblica amministrazione. Ad aggravare la questione liquidità per le imprese c'è anche la stretta creditizia da parte delle banche e molte volte non c'è soluzione se non quella di chiudere".

Tra i tanti che si potrebbero fare, Giangiulli fa l'esempio di un'impresa edile di Chieti: "impegnata nella ricostruzione post terremoto all'Aquila - racconta il direttore di Confartigianato - ha fallito perché non è mai stata pagata per il lavoro svolto".

 

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