Madrid. Dopo il veto della Commissione europea e dei governi di quasi tutti i Paesi aderenti all’Unione europea, anche il Parlamento europeo ha deciso di chiudere le porte a Carles Puigdemont, ex presidente della deposta Generalitat catalana.
Se Puigdemont o altri ex consiglieri catalani vogliono accedere alle strutture comunitarie, dovranno ottenere una formale autorizzazione rilasciata dai tribunali competenti. Lo riferisce oggi il quotidiano spagnolo “El Mundo” che sottolinea come il Parlamento europeo fosse l’ultima carta rimasta nelle mani di Puigdemont per cercare di rendere la crisi politica in corso tra la Catalogna e il governo spagnolo una questione europea. “Il Parlamento europeo non può proibire l’accesso a Puigdemont ma, essendo un luogo inviolabile, è necessaria un’autorizzazione ufficiale e il consenso scritto di Tajani”, rivelano fonti della Camera citate dal quotidiano spagnolo. Il quotidiano spagnolo “La Vanguardia” aggiunge che le istituzioni dell’Unione europea seguono un protocollo speciale sull’immunità e sui privilegi che sottraggono i propri dipendenti dalla giurisdizione della polizia del paese in cui si trovano, in questo caso il Belgio. Questo significa che l’accesso al Parlamento europeo dei cinque esponenti politici catalani potrebbe significare che questi non sarebbero più sotto l’autorità della polizia belga. Per questa ragione sarà richiesto un permesso rilasciato da un giudice ad hoc e una decisione in tal senso verrà presa martedì prossimo. In questo modo il Parlamento europeo non chiude definitivamente le porte ai membri dell’ex governo catalano ma vincola il loro ingresso ad alcune condizioni.
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