Enzo & Dalfy, post cifrati: nell'era della tecnologia ecco la conversazione a distanza


A parte l'italiano, a parte la scrittura creativa, a parte il congiuntivo sbagliato...


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
02/11/2017 alle ore 10:03

Tag correlati: #abruzzo#dalfonso#mandara#maperò

E chi l’avrebbe detto che nell’era dei telefoni e di whatsapp e delle chat e soprattutto delle riunioni a porte chiuse, due politici di rango che lavorano gomito a gomito scelgano Facebook per conversare a distanza?

Succede però. E succede quando lo scopo non è quello di parlarsi, ma di lanciare messaggi, e chi deve intendere intenda. Non è proprio uno stile democratico, educato, ma sui social se ne vedono a bizzeffe: foto di felicità che sono grandi infelicità, di amicizie che non sono amicizie, di abbracci e baci fasulli. E così ci sono cascati anche il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e il suo segretario Enzo Del Vecchio che ieri sulla bacheca dell’ex vice sindaco di Pescara a proposito dei lavori sulla diga foranea di Pescara si sono lanciati in un duetto a uso e consumo di qualche giornalista non gradito (in questo caso non è Maperò).

Dalfy: “Enzo, ma per evitare che le cene della sera prima producano intondimenti negli articoli del giorno dopo come si deve fare? Ho letto articoli di carta stampata scritti dalla Finlandia e con inutili lunghissime telefonate di disorientamento professionale. Meglio andare a mensa che sceneggiare, poichè gli articoli escono male! “.

Ed ecco pronta la replica di Del Vecchio, in perfetto stile dalfonsiano, ma così perfetto che sembra dettata da lui:

“Presidente, chi meglio di te sa il valore dell’economia legata alla filiera alimentare e vitivinicola della nostra splendida Regione. Peccato che qualcuno abusi nelle dosi, soprattutto quelle con elevata concentrazione di alcol. Ma sono convinto che le buone cose prevalgono sempre sui “contrarianti” di professione”.

A parte l’italiano, a parte la scrittura creativa, a parte il congiuntivo sbagliato (“le buone cose prevalgono”) ma ci sono vari aspetti sui quali è opportuno intignare: per esempio, che vuol dire “intondimenti”? Forse voleva dire “intontimenti” ma gli è uscita la “d” demitiana o mattosciana in perfetto stile lettomanoppellese? E ceneggiare?

Che poi Del Vecchio sia così amico di D’Alfonso da mutuarne anche il linguaggio e le stantie frasette che fanno riferimento all’alcol, all’abuso o all’elevata concentrazione di alcol e crodini, oppure le aggettivazioni, è davvero un po’ stucchevole. Ma poi Enzo incorre in una gaffe: quando dice a Dalfy che lui meglio di altri conosce il valore dell’economia legata alla filiera alimentare si riferisce chiaramente alla passione per pranzi e cene megagalattiche organizzate per i suoi sostenitori alla Corte di Spoltore e a Lettomanoppello.

ps: e insomma, siate adulti: parlatevi a telefono che i messaggi trasversali vengono sgamati subito.