Non c’è solo il pasticcio dei soldi sottratti al Masterplan. C’è molto altro ancora. La discarica di Bussi per la Regione Abruzzo è un capitolo da archiviare, e pure in fretta. Cancellati i soldi per la bonifica, e anche sull’indagine epidemiologica avviata dall’ex direttore generale Cristina Gerardis è stata messa una pietra tombale. Non se ne parla più, non interessa più nessuno.
Scomparsi dall’agenda della Regione anche quei 500 mila euro di provvisionale che la Edison avrebbe dovuto versare nelle casse dell’ente abruzzese: nessuno li ha più richiesti, evidentemente alla Regione Abruzzo non servono. Anche se alla fine una sola cosa è certa: la delibera che cancella i soldi della bonifica non vale niente: essendo una riprogrammazione dovrà essere vagliata dal ministro della Coesione e dall’agenzia della coesione. Insomma il presidente non può fare di testa sua.
Lo stabilisce la stessa delibera al punto 8: la riprogrammazione proposta “assume efficacia solo dopo il pronunciamento del comitato di indirizzo controllo Patto per il Sud Abruzzo e ove necessario, del dipartimento per la Coesione territoriale”. E oggi c’è la conferenza dei servizi convocata dal ministero dell’Ambiente.
“Con i quasi 4 milioni delle provvisionali a carico dei condannati – disse la Gerardis poco dopo la lettura della sentenza di condanna per Edison – e la collaborazione del’Istituto Superiore di Sanità avvieremo una indagine epidemiologica sullo stato di salute delle persone che vivono qui. Sperando che – finalmente – si cominci a mettere mano alla bonifica”.
Era partito subito, il tavolo per avviare l’indagine sulla diffusione del cancro in Abruzzo. Perché quando si sotterrano per anni tonnellate e tonnellate di diossina, cloroformio, tricloroetilene, mercurio e altre sostanze cancerogene a 5-6 metri di profondità, chiusi in sacchi di plastica con il logo Montedison, a un passo da fiumi e torrenti, le conseguenze sono inevitabili. Vengono avvelenate la falde acquifere, e quindi fiumi, acquedotti, campi coltivati, le persone.
Secondo un’indagine del 2015 dell’Agenzia ambientale Arta, nei 56 campioni analizzati ci sono valori di diossina oltre 200 volte i limiti di legge. Secondo l’associazione ambientalista Forum H2O, considerando tutti i rifiuti interrati, lì sotto ci sarebbe oltre un chilo di diossina. “Nell’ordine di grandezza di quanto accaduto nell’incidente di Seveso nel 1976”, spiegarono. Ma anche composti organici clorurati (con valori in alcuni casi molto elevati per quanto riguarda l’esacloroetano e il tetracloroetilene), idrocarburi policiclici aromatici, mercurio e piombo. Roba cancerogena e genotossica.Sono dieci anni che a Bussi si è a conoscenza di questo avvelenamento di massa, in un’area che dal 1907 ospita impianti e fabbriche chimiche.
Ma lo sanno anche a Roma, al ministero dell’Ambiente e in Parlamento: nel 2008 si è istituita ad hoc un’area Sin (Sito di interesse nazionale) per Bussi sul Tirino. In teoria le aree Sin poi vengono sottoposte a interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari. Devono ricevere interventi anche con risorse pubbliche, oltre che usando quelle dei privati inquinatori.
Ma a Bussi non si è mossa una foglia. E in questi giorni la Regione ha addirittura dirottato i fondi destinati alla bonifica sulle strade provinciali, con la scusa, forse, che si tratta di un sito privato anche se così non è: in effetti quella è a tutti gli effetti un’area Sin.
L’iniziativa della Gerardis, interrotta con le sue dimissioni di luglio scorso, non è stata raccolta da nessuno. 260 mila residenti hanno bevuto fino al 2007 acqua miscelata (dal 20 al 100%) tra la Sorgente Giardino e l’acqua dei pozzi di Sant’Angelo. Tocca infatti venti Comuni il percorso che l’acqua del Giardino garantisce quotidianamente alle utenze della Val Pescara e della città di Pescara.
All’interno di questo percorso, dalla sorgente di Popoli a Pescara si è inserita l’acqua del Capo pozzi di Sant’Angelo, miscelandosi con quella del Giardino almeno fino al 2007: questa informazione, fornita dall’Aca al tavolo della Gerardis, e fondamentale per lo studio epidemiologico, è rimasta al palo. Con tutto il resto.E bisognerà anche capire come mai la Regione abbia rinunciato ad incassare la provvisionale di 500 mila euro, alla quale era stata condannata Edison.
ps: Una resa su tutti i fronti, in campo ambientale, che la dice lunga sulla sensibilità del centrosinistra e di tutta l’amministrazione regionale.